Foto: P. Juzzolino
Massimo Viazzo
La lunga militanza nelle fila della musica antica e, soprattutto, una
marcata predisposizione verso il repertorio corale hanno dotato Philippe
Herreweghe di un bagaglio di conoscenze tecniche specifiche assolutamente
straordinario per un direttore d’orchestra. Bastava ascoltare ieri sera all’Auditorium
del Lingotto la perfetta articolazione delle frasi musicali da parte del
Collegium Vocale Gent nei momenti di più teso contrappunto della partitura (e
ciò avveniva con regolarità al termine degli episodi con il coro) per rendersi
conto che questa Creazione segnava un
punto altissimo nella stagione concertistica torinese. Un coro che canta con
un’intonazione esemplare, una piena omogeneità timbrica, una scioltezza
disarmante e un fraseggio curato nel minimo dettaglio è quanto di meglio ci si
possa attendere in questo repertorio. Merito naturalmente dell’ensemble fiammingo,
ma merito principalmente della mano sapiente del suo fondatore, Philippe
Herreweghe appunto. Herreweghe ha mostrato di avere una visione cartesiana del
capolavoro haydniano. Peraltro, conoscendo le sue idee interpretative, non
c’erano dubbi in proposito. Tutto suonava rigoroso (ma mai pesante), limpido e
trasparente, e l’Orchestre des Champs-Elysées si è mostrata un
complesso duttilissimo - e anche virtuosistico soprattutto per quanto riguarda
la sezione dei legni - nel seguire le indicazioni del proprio direttore.
Notevoli, ad esempio, per tornitura della frase musicale le introduzioni orchestrali
alle arie solistiche eseguite, queste ultime, da un adeguato terzetto di
solisti. Interessante per la scolpitura della dizione e l’indubbio carisma
teatrale il baritono Rudolf Rosen, dotato di una timbro venato verso il grave
di screziature bronzee. Qualche asprezza di accento, invece, la si è notata
nella linea di canto proposta dal tenore Maximilian Schmitt, che ha comunque
cantato con piglio e vigore. Più anonima, infine, la prova del soprano leggero
Christina Landshamer, un po’ in difficoltà con la coloratura e poco fantasiosa in
quanto a fraseggio. Grande successo di pubblico e bis dell’ultimo coro
dell’oratorio.
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