Foto: Stefano Tempia
Renzo Bellardone
Anteprima. Coro e Orchestra dell'Academia Stefano Tempia. Coro da Camera di Torino. Trio Arche. Massimo Marin (violino), Dario Destefano (violoncello), Francesco Cipolletta (pianoforte), Francesca Rotondo (soprano), Filippo Pina Castiglioni (tenore), Dante Muro (basso). Ludwig van Beethoven Concerto in do maggiore per pianoforte, violino, e violoncello op. 56. Robert Schumann Messa per soli, coro e orchestra op. 147.
Il programma ha previsto il concerto op. 56 di
Beethoven che partito con sobria lentezza si è poi acceso di vibranti dialoghi
tra orchestra e Trio Archè;
pregevole il tocco di Francesco Cipolletta
al pianoforte ed assolutamente ricchi di sensibilità i duetti tra questi ed il violino suonato da Massimo Marin; la voce del il violoncello di Mario Destefano irradia poesia e vigore. L’orchestra è diretta da Guido Maria Guida che con gesto ampio sicuro e chiaramente
leggibile ha dato prova di solida esperienza e conoscenza; a suo favore depone
anche la scelta del programma che nel secondo tempo prevede una partitura
sconosciuta ai più, ma che in crescendo penetra nelle anime e nelle menti. E’
grazie alla moglie Clara ed ai pareri dell’amico Brahms che postuma è stata
pubblicata la partitura della Messa per soli, coro ed orchestra op. n. 147 di
Robert Shumann. Dopo il Kyrie di tenera intimità, è esploso il Gloria che attenuatosi si è tinto di dolcezza nel corpo
centrale. Il Credo, per solo coro ha
lasciato il passo all’Offertorium per
coro e soprano, Francesca Rotondo che ha offerto una lettura
molto ispirata e coinvolta. L’Offertorium ha disegnato l’intimo rapporto tra
l’offerente e Dio, con sottolineature dell’organo
che discreto ha acquerellato il delicato rigo. Con il Sanctus
l’ottimo coro diretto da Dario Tabbia
si è asservito all’armoniosità intenzionale della partitura, esaltata dalle voci
soliste: il tenore Filippo Pina
Castiglioni ha offerto una bella vocalità con chiaro fraseggio, il basso Dante Muro si è avvalso di bei colori
bruniti ancorchè luminosi ed soprano Francesca Rotondo ha mantenuto limpidezza cristallina. L’Agnus Dei per solo coro, permette a
questo attraverso tutte le sue potenzialità e con accenti poetici e ieratici, di concludere con l’esaltazione della
preghiera corale e della forza che si trae dall’unione e dalla comunione di
intenti. La Musica vince sempre.
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