Credito: Ennevi- Arena di Verona
Giosetta Guerra
Chi non avesse ancora visto la scenografia di Carmen che Franco Zeffirelli ha ideato nel 1995 per l’Arena di Verona si affretti a farlo, prima che tagli e aggiunte finiscano per limitarne il fascino. Quest’anno Carlo Centolavigna l’ha rimaneggiata un po’ e, a dir la verità, ho provato minor meraviglia. Sono stati diminuiti gli arredi della piazza di Siviglia (senza le bancarelle), comunque luminosa e affollata, in pendenza nel primo atto, dove il continuo fluire delle masse determina il tutto pieno del palcoscenico senza creare ingombro (i giovani del paese vestiti di bianco attendono l’uscita dalla manifattura di tabacco delle sigaraie che giungono dai lati vestite di bianco e si posizionano al centro, mentre ai lati si posizionano danzatori in rosso, Carmen scende dalla scala di destra coi capelli al vento adornati da una rosa, gonna rossa e argento, camicetta bianca, seguita da uno stuolo di corteggiatori). Sono stati aumentati i decori e i poster nelle altre scene: tavoli sotto un gazebo colorato con l’aggiunta di poster di corride e icone di vari personaggi per la taverna di Lillas Pastia con luce rossa dominante e spettacolarità del ballo d’insieme nel secondo; realismo filtrato di poesia per le montagne d’alabastro sotto un cielo vero a pecorelle, stranamente blu a mezzanotte e punteggiato di stelle nel terzo, dove però compaiono troppi contrabbandieri; grandi quadri di toreri intorno alla scena e un altare al centro con croce e lampioni nel quarto, dove c’è un eccessivo dispiegamento di folle, anche a cavallo, tant’è che l’ingresso di Escamillo non si è notato. Io ho voluto assistere alla recita del 2 agosto, perché era l’unica recita che secondo me riuniva i migliori cantanti, ma in parte le mie aspettative sono andate deluse. Ildiko Komlosi, che mi era piaciuta moltissimo in altre opere per il colore brunito e caldo della sua voce, non mi ha convinto come Carmen. Brava attrice, bella donna, ma vocalmente non è Carmen e non è una cantante da arena. Le mezze voci non si sentono, l’accento è esagerato, le espansioni acute tremolanti (“L’oiseau”), i gravi sono sbracati; va meglio nella Seguidille perché i tempi sono più lenti, nella taverna emerge il colore brunito e morbido della voce, ma a volte i suoni sono troppo aperti e schiariti o esce una voce da bambina e in “Là bas, là bas, dans la montagne” la voce è screziatura, ma solo gli acuti arrivano nitidi. In conclusione Carmen è più una ragazza dispettosa che una donna sensuale e provocatoria. Corretta Fiorenza Cedolins (Micaela bionda con abito celeste, tipo Haidi), che esibisce una linea di canto pulita, suono melodioso, pieno e rotondo e delicati filati. Franco Vassallo non ha il fascino di Escamillo (prima in bianco poi in marrone) per una presenza scenica piuttosto ingombrante e statica e per un mezzo vocale non di prima qualità, anche se la tecnica di canto è corretta: i gravi sono poco udibili, gli acuti ingolati o appannati, la dizione poco chiara, l’accento approssimativo, la voce opaca. Su tutto il cast di Carmen del 2 agosto 2009 brilla Andew Richards, il tenore texano naturalizzato europeo, che ha delineato un Don Josè da manuale. Tre volte bravo: come cantante, come interprete, come attore. Andew Richards, che anche da lontano (considerati gli spazi dell’Arena) spicca per la sua figura slanciata ed elegante, visto da vicino è di una bellezza sconvolgente per la malia che esce dai suoi occhi illuminati dal sorriso, per i tratti forti e per la camaleontica espressività del suo volto, che può essere di ghiaccio, di fuoco o di una dolcezza infinita. Gli donano molto i capelli lunghi che aveva nella scena finale. Quel che ammalia di questo tenore è comunque la padronanza del palcoscenico, la forza dell’intepretazione, la bellezza della voce e della linea di canto, che si sviluppa in melodiose e carezzevoli mezze voci, suoni pieni e caldi carichi di passione, espansioni acute decise e luminosissime, fiati tenuti e ben proiettati, acuti filati, accento appassionato, grazie all’uso perfetto della messa di voce, al canto sempre in maschera e ad un corpo vocale ammaliatore. Fantastico! Sia Luca Dall'Amico (Zuniga) che Gianpiero Ruggeri (Morales) hanno evidenziato una bella voce flessibile ed estesa e un bel modo di porgere con buona proiezione del suono. Ben amalgamato il canto del quartetto degli zingari: Daniela Schillaci soprano acuto brillante (Frasquita), Anastasia Boldyreva mezzosoprano dal bel colore (Mercedes), Marco Camastra (Dancairo), Antonio Feltracco (Remendado). Benissimo il Coro, preparato da Marco Faelli e il Coro di voci bianche A.Li.Ve., preparato da Paolo Facincani. I costumi sono ancora quelli di Anna Anni del ’95. Direttore dell’orchestra dell’Arena Julian Kovatchev, direttore del corpo di ballo Maria Grazia Garofoli, regia ripresa da Marco Gandini, coreografia di El Camborio ripresa da Lucia Real, primi ballerini ospiti Lucia Real / Josè Porcel.
VERSIÓN EN ESPAÑOL
Quien no ha visto las escenografias de Carmen que Franco Zefirelli ideó en 1995 para la Arena de Verona debe apurarse a hacerlo, antes que lo que le cortan, le agreguen y terminen por limitar su fascinacion. Este año, Carlo Centolavigna ha cambiado un poco y a decir verdad, ha resultado poca maravillosa. Se disminuyeron los elementos de la plaza de Sevilla (sin bancas), que es luminosa y abarrotada. Se aumentaron las decoraciones y se agregaron posters de corridas e iconos de varios personajes en la taberna de Lillas Pastia con dominante luz roja. Realismo filtrado de poesia en las montañas de alabastro en el tercer acto bajo el cielo con nubes, extrañamente azul a la media noche. Ildiko Komlosi, que me habia agradado mucho en otras operas por el color bronceado y calido de su voz, no me convenció como Carmen. Buena actriz, bella mujer, pero vocalmente no es Carmen y no es una cantante para la arena. Sus medias voces no se escucharon, el acento fue exagerado, la expansion aguda tremolante. En la taverna surgió el color bronceado y suave de la media voz, pero por momentos los sonidos fueron muy abiertos y claros o salio una voz de niña. En conclusion, Carmen es aqui es una joven despechada no una mujer sensual y provocativa. Correcta Fiorenza Cedolins (Micaela rubia con vestido celeste) quien exbibió una linea de canto limpida, sonido melodioso, pleno y rotondo con delicados filados.
Franco Vassallo no fascinó como Escamillo por una prestancia escenica mas bien pesada y estatica y por un medio vocal no de primera calidad, aunque si la tecnica de canto fuera correcta, los graves son poco audibles, los agudos engolados, la diccion poco clara y la voz opaca. Brilló Andrew Richards, el tenor texano, que delineó un Don José de manual. Tres veces bravo: como cantante, como interprete y como actor. Aunque de lejos, (considerando el tamaño de la Arena) resaltó por su figura elegante. Lo que encanta de este tenor es su autoridad en el escenario, la fuerza de la interpretacion, la belleza de la voz y de la linea de canto, que se desarrrolla con melodiosa y acariciable media voz, sonidos plenos y calidos cargados de pasion, luminosiddad en la expansion aguda. Tanto Luca Dall'Amico (Zuniga) como Gianpiero Ruggeri (Morales) evidenciaron una bella voz flexible y pareja y una buena forma de ofrecer una buena proyección del sonido. Bien amalgamado estuvo el canto del cuarteto de gitanos Daniela Schillaci (Frasquita), Anastasia Boldyreva (Mercedes), Marco Camastra (Dancairo) y Antonio Feltracco (Remendado). Muy bien el coro, preparado por Marco Faelli Los vestuarios fueron los de Anna Anni del ´95. El director de la Orquesta de la Arena fue Julian Kovatchev.
Franco Vassallo no fascinó como Escamillo por una prestancia escenica mas bien pesada y estatica y por un medio vocal no de primera calidad, aunque si la tecnica de canto fuera correcta, los graves son poco audibles, los agudos engolados, la diccion poco clara y la voz opaca. Brilló Andrew Richards, el tenor texano, que delineó un Don José de manual. Tres veces bravo: como cantante, como interprete y como actor. Aunque de lejos, (considerando el tamaño de la Arena) resaltó por su figura elegante. Lo que encanta de este tenor es su autoridad en el escenario, la fuerza de la interpretacion, la belleza de la voz y de la linea de canto, que se desarrrolla con melodiosa y acariciable media voz, sonidos plenos y calidos cargados de pasion, luminosiddad en la expansion aguda. Tanto Luca Dall'Amico (Zuniga) como Gianpiero Ruggeri (Morales) evidenciaron una bella voz flexible y pareja y una buena forma de ofrecer una buena proyección del sonido. Bien amalgamado estuvo el canto del cuarteto de gitanos Daniela Schillaci (Frasquita), Anastasia Boldyreva (Mercedes), Marco Camastra (Dancairo) y Antonio Feltracco (Remendado). Muy bien el coro, preparado por Marco Faelli Los vestuarios fueron los de Anna Anni del ´95. El director de la Orquesta de la Arena fue Julian Kovatchev.
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