Friday, August 13, 2010

Enrico Pieranunzi plays Scarlatti - Stresa Festival 2010

Foto: Enrico Pieranunzi (pianoforte); www.enricopieranunzio.com, D.Baumann

STRESAFESTIVAL2010
Venerdì 6 agosto 2010 ore 21,oo – ROCCA di ANGERA

PIERANUNZI PLAYS SCARLATTI
Enrico Pieranunzi – pianoforte
Sonate e Improvvisazioni
Renzo Bellardone
Simboli e simbolismi spadroneggiano all’interno della Rocca di Angera e questa sera grazie all’ascolto di uno Scarlatti jazz….alla maniera di Gerschwing….i simboli ed i simbolismi crescono e fanno crescere chi ha orecchie per udire e mente per pensare. Per una “Meditazione in Musica” la scelta si presenta coraggiosa sia per l’autore, che per l’interprete che per la location, ma che si giustifica e comprende durante il vagabondaggio musicale di Enrico Pieranunzi, improvvisatore eclettico, che nulla inventa, ma semplicemente ricalca le orme di ben più celebri improvvisatori : Bach, Brahms, Chopin, e così via, fino ai più noti jazzisti del ‘900. Fin da giovanissimo iniziò sotto la guida del padre chitarrista a scoprire i primi rudimenti della musica crescendo in parallelo nello studio della classica e nell’esecuzione del jazz ed in questo appuntamento delle Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore si propone anche in veste di interprete blues, con in mente Scarlatti e nel cuore Shuman e Chopin. La proposta ad Angera è la rivisitazione di partiture barocche volte verso lo strumentale fino all’intimistico sofferto strawinskijano, attraverso inusuali sarabande jazz.

Domenico Scarlatti (figlio di quell’Alessandro musicista che lo instradò verso il rigo musicale) fu spirito inquieto che vagabondò da Roma a Napoli e dal Portogallo alla Spagna dove – più precisamente alla corte di Madrid- si fermò. Le sue composizioni (sovente scritte su commissione per far fronte ai debiti di gioco ed al manetenimento dei 10 figli avute da due donne diverse), hanno sempre i colori del golfo napoletano e del Vesuvio, piuttosto che i ritmi delle chitarre e delle nacchere spagnole. Pieranunzi trasporta sul pianoforte questi suoni, soventi nati sul clavicembalo, magari durante le gare musicali romane tra organo e clavicembalo, volute nel 1709 dal cardinal Ottoboni, tra il fragile Scarlatti ed il teutonico Handel. Tra le esecuzioni proposte la K2O8 che si presenta come una cantata senza parole e che anticipa la “forma di sonata”, premonitrice del preromanticismo se non addirittura del periodo “romantico”. Sonata dolcissima e poeticamente fedele all’originale da cui si scosta solo per delicate variazioni ed improvvisazioni che la modernizzano attualizzandone l’ascolto.

Tra le esecuzioni del programma e dei fuori programma alcune composizioni dello stesso Pieranunzi quali “Horizontes Finales” molto virtuosistica, complessa e vigorosa; ardimentosa risulta chiaramente ispirata alle partiture per clavicembalo con evoluzioni tecnico manuali come la K424 ed il pensiero inevitabilmente corre alla proposta inaugurale dello Stresafestival ed al tratto che congiunge le suite di Bach (composizioni per la didattica) ad alcune composizioni di Scaratti come la suddetta k424, anch’essa composta per la didattica: la riflessione che deriva è che le grandi menti sovente “creano e compongono” anche senza avere l’immediata consapevolezza della creazione. Con molta umiltà Pieranunzi non si propone come l’inventore di uno stile o di un percorso interpretativo, ma come un serio studioso della musica, e della storia della musica come si evince anche dagli interventi parlati quasi a ridimensionare il suo ruolo a quello di semplice narratore ed esecutore, trasformando però quello che si pensava essere solo un concerto in una piacevolissima lezione concerto. <>

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