Ramón Jacques
La stagione estiva realizzata dalla Los Angeles Philharmonic nell’antico anfiteatro conosciuto come Hollywood Bowl ha presentato un programma monografico mozartiano. Il concerto è iniziato con la esecuzione degli interludi dal Thamos re d’Egitto opera originale di Tobias Philipp per la quale Mozart scrisse tra il 1773 e il 1780 le “entr’actes” K 345 e 336. Questi interludi si delineano come una sorta di mini-sinfonia di carattere impetuoso e in una tinta tipicamente mozartiana con chiare reminiscenze della musica di Idomeneo. Da sottolineare la leggerezza degli strumenti ad arco e, nelle parti più serene come l’interludio Andante hanno brillato i fagotti e l’oboe solista che primeggiato nell’intero movimento.
Seguiva una splendida ed emozionante esecuzione del Concerto per due pianoforti K 365 con la presenza delle sorelle Katia e Marielle Labèque, capaci di creare un vero dialogo in interscambio tra i due strumenti, passando attraverso il lirico e espansivo Allegro, il raffinato e Andante, per concludere con un ritmico e agile Rondò nel quale, particolamente Katia, sapeva trasmettere grande abilità e armonia. Ottimo l’accompagnamento orchestrale. Infine, la Sinfonia No. 36 in do maggiore K 425 “Linz”, un brano che ha brillato più per la fluidità naturale e il fascino irresistibile contenuto nella musica di Mozart che per la irregolare e poco convincente direzione del direttore inglese Nicholas McGegan (conosciuto per il suo impegno nella musica barocca al Goettingen Intenational Handel Festival e nel teatro di Drottmingholm in Svezia) meccanica e senza dinamica che ha causato anche una mancanza di equilibrio tra gli strumenti decisamente fastidiosa.
Seguiva una splendida ed emozionante esecuzione del Concerto per due pianoforti K 365 con la presenza delle sorelle Katia e Marielle Labèque, capaci di creare un vero dialogo in interscambio tra i due strumenti, passando attraverso il lirico e espansivo Allegro, il raffinato e Andante, per concludere con un ritmico e agile Rondò nel quale, particolamente Katia, sapeva trasmettere grande abilità e armonia. Ottimo l’accompagnamento orchestrale. Infine, la Sinfonia No. 36 in do maggiore K 425 “Linz”, un brano che ha brillato più per la fluidità naturale e il fascino irresistibile contenuto nella musica di Mozart che per la irregolare e poco convincente direzione del direttore inglese Nicholas McGegan (conosciuto per il suo impegno nella musica barocca al Goettingen Intenational Handel Festival e nel teatro di Drottmingholm in Svezia) meccanica e senza dinamica che ha causato anche una mancanza di equilibrio tra gli strumenti decisamente fastidiosa.
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