Foto:Bruce Zinger
Giuliana Dal Piaz
Su invito del direttore d'orchestra Marc Minkowski, avevano già firmato rispettivamente la regia teatrale e la coreografia dell'operaLucio Silla di Wolfgang Amadeus Mozart al Mozartwoche di Salisburgo nel 2013, al Festival di Salisburgo nel 2014 e infine al Teatro alla Scala nel 2015. Adesso Marshall Pynkoski e Jeannette Lajeunesse Zingg, fondatori e responsabili artistici di Opera Atelier,presentano la loro propria produzione a Toronto all'Elgin Theatre, dal 7 al 16 aprile, a conclusione della Stagione 2015-2016, la 30ª stagione d'opera barocca della prestigiosa istituzione canadese. Con l'efficace collaborazione dello scenografo Gerard Gauci (scene e costumi) e della brava Michelle Ramsay alla direzione luci, la messa in scena di Opera Atelier è piaciuta molto al pubblico canadese: appare elegante, minuziosamente accurata, ed efficace dal punto di vista teatrale. Per la presentazione all'Elgin Theatre (costruito nel 1913 per spettacoli di vaudeville e proiezione di film muti), l'opera ha richiesto un'importante trasformazione della scenografia, inizialmente concepita da Antoine Fontaine per due palcoscenici molto grandi. Lo scenografo canadese Gauci ha quindi fatto ricorso ad una serie di velarî trompe-l'oeil, che si alternano sullo sfondo, dietro a una corta scalinata, per suggerire le differenti ambientazioni (il mausoleo, la casa di Silla, la prigione, il Foro romano/Campidoglio).Come si usava ai tempi di Mozart, e come già voluto da Antoine Fontaine per le edizioni europee, i personaggi sono in abiti del tardo settecento, inquadrati in una scenografia neoclassica. Solo i membri del coro si presentano qui in scena abbigliati in strani abiti monacali bianchi, atemporali (forse una questione di economia sui costumi?). Misurata in complesso anche la gestualità dei personaggi, intesa a ricreare l'atmosfera drammatica d'epoca.
Lucio Silla è una delle tre opere "milanesi" del Mozart adolescente, in quanto commissionata dal Regio Ducal Teatro di Milano (che solo pochi anni dopo, ricostruito, prendeva il nome di "Teatro alla Scala") per dare inizio alla stagione del Carnevale 1772 - allora il Carnevale aveva inizio immediatamente dopo Natale, e infatti la première dell'opera ebbe luogo il 26 dicembre.
La storia ha poco a che fare con gli avvenimenti reali d'epoca romana: il dittatore Lucio Silla, ormai padrone di Roma, è innamorato - non ricambiato - della figlia di Caio Mario, Giunia, già sposata con Cecilio Metello, in esilio perché seguace di Mario. La sorella di Silla, Celia, è a sua volta innamorata di Cinna, che segretamente complotta contro il dittatore e favorisce il ritorno a Roma di Cecilio.
In quest'opera, Silla viene rappresentato come un tirannello isterico e umorale piuttosto che come l'epico conquistatore delle schiere rivali, o - come egli stesso si definisce - salvatore della "pace romana". Preda di una violenta e incongrua passione amorosa, il suo voltafaccia finale dalla smania di potere alla deposizione della corona d'alloro e alla sua dichiarazione di eguaglianza con gli altri cittadini romani, manca di una qualsiasi coerenza storica ma serve egregiamente alle necessità sceniche dell' "opera seria" che il Regio Ducal Teatro di Milano chiedeva e Mozart intendeva creare. Sulla base del libretto originale di Giovanni de Gamerra, peraltro notevolmente rimaneggiato dal Metastasio, Mozart contemplò per i suoi personaggi l'uso di due soprani, due sopranisti e due tenori (Silla e il tribuno suo amico, Aufidio). Seguendo le indicazioni del Mº Minkowski, che, fin dall'edizione 2013 per la Settimana di Mozart a Salisburgo, ha voluto abbreviare e sveltire la partitura, è stata invece eliminata la parte di Aufidio, così come alcuni dei recitativi accompagnati. Ci troviamo quindi di fronte ad un cast praticamente tutto al femminile, con 4 soprani anche per le due parti (Cecilio Metello e Cinna) che si sarebbero forse giovate dell'uso di mezzo-soprani. In effetti Peggy Kriha Dye, il soprano statunitense che aveva dato vita, in questa stessa Stagione di Opera Atelier, a un'ottima Armida, non mostra l'estensione vocale di cui ha bisogno Cecilio, il cui personaggio risulta qui in complesso piatto e poco convincente. Pur non disponendo neanche lei dell'ampiezza e della profondità di voce auspicabili, il soprano Inga Kalna (Cinna anche nelle precedenti edizioni dell'opera) raffigura discretamente bene l'ambiguo personaggio che complotta contro Silla e, sposo riluttante della di lui sorella Celia, appare molto più "amico" di Cecilio di quanto forse de Gamerra aveva immaginato. Il soprano canadese Mireille Asselin è una Celia vocalmente adeguata, e apporta al suo personaggio la vivacità e la malizia necessarie. Il soprano Meghan Lindsay ha un'estensione vocale insufficiente per il ruolo e le passioni di Giunia, soprattutto per chi ha apprezato a Milano la brava Marianne Brecassa nello stesso ruolo. Quanto all'unico tenore, il croato Kresimir Spicer - che già alla Scala aveva sostituito Rolando Villazón, indisposto, nel ruolo del protagonista Lucio Silla -, i suoi acuti rasentano spesso il grido e la sua interpretazione non è convincente, quando poi non risulta francamente sgradevole, come nei virtuosismi dell'aria finale, "Se al generoso ardire".
Ottima in cambio la prestazione di orchestra e coro della Tafelmusik Baroque Orchestra, entrambi diretti da David Fallis, e del corpo di ballo di Opera Atelier.
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