Foto: Ramella&Giannese
Renzo Bellardone
Per gli amanti dell’opera è sempre una
bella sfida affrontare partiture di repertorio, presentate registicamente con
visioni nuove, ma ritengo che le sfide siano il sale della vita in ogni suo
comparto e quindi ben vengano le regie della siciliana Emma Dante, che colora
sempre le sue visioni con i colori della tradizione o del paesaggio siciliano !
La rappresentazione messa in scena da Emma Dante esalta il potere malefico di
Lady Macbeth ed i dissidi interiori del protagonista, tormentato dai delitti
commessi! La scena è pulita e fatta di poche elementi scenici, seppure molto
ricca e ben contestualizzata: non solo facili movimenti di masse, ma azione e
interazione tra i ruoli. I colori la fanno da padrone ed il rosso si staglia
contro il nero dei fondali, così come il metallico delle corone, che salgono e
scendono ad invadere la scena. Solo qualche perplessità per i fichi d’India e
forse per lo scheletro del cavallo, ma certamente c’era da cogliere un
filologico od un simbolismo non immediato. In ogni caso regia viva e vivida con
interessanti spunti e riferimenti come a San Sebastiano, nella rappresentazione
della morte di re Ducano. Il direttore musicale del teatro Regio di Torino, Gianadrea Noseda impossibilitato per
salute a dirigere, ha indicato lui stesso Giorgio
Laguzzi, il quale ha dato prova di grandi abilità e di saper ricercare il
miglior ‘suono’ nella sua completezza comunicativa; gesto chiaro e buona intesa
con la buca, è stato acclamato. Macbeth è l’opera della maturità (penultima solo a
Falstaff) e risente quindi di esperienze e ricerche che ne fanno un vero
capolavoro. A Torino è stato scelto un cast di livello che ben ha seguito le
indicazioni di regia e di direzione musicale. Predominante il coro diretto da Claudio Fenoglio nelle varie formazioni, femminile, maschile o al
completo e di assoluta presenza i movimenti coreografici, ben sopra le righe,
ma contestualizzati all’idea registica: uomini con grandi falli che mettono
incinte continuamente le streghe sempre con pance evidenti, a contraltare di
Macbeth e della sua Lady, senza figli fino alla morte in solitudine ! Dalibor
Jenis, baritono dalla voce brunita e ben modulata sia nei toni dell’incertezza, che del ritrovato
coraggio, vanta anche una buona presenza scenica che può solo deporre a favore
di una interpretazione accattivante. Lady Macbeth è interpretata da una collaudata Anna Pirozzi che coglie i migliori
accenti della cattiveria del personaggio per modulare la voce appropriatamente. Marko
Mimica, nel ruolo di Banco è decisamente nella parte e
costituisce parte di rilievo sia con voce profonda e dai colori davvero
interessanti, che nel porsi esattamente nei panni del personaggio. Macduff, nobile scozzese, incontra Piero Pretti ben noto al pubblico
torinese, che nemmeno in questa occasione delude, anzi entusiasma in
particolare nell’assolo. La narrazione prevede molti interpreti, dei quali
possiamo rilevare la bravura: Alexandra
Zabala nel breve, ma incisivo ruolo della dama di Lady Macbeth, Sabino Gaita nei panni di Malcom; Il
domestico è il basso Giuseppe Capoferri,
mentre Lorenzo Battagion con voce
tonante imprime vigore alla prima apparizione ed il sicario è Marco Sportelli. Complessivamente un valido spettacolo forte sia della
partitura che della direzione, sia dalle interpretazioni che dai vari elementi
dei costumi di Vanessa Sannino, che
delle scene eleganti di Carmine
Maringola e delle splendide coreografie di Manuela Lo Sicco. Anni fa ho coniato un mio motto conclusivo, che ancora
oggi trovo ben attagliato.: La Musica Vince Sempre !
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