Foto: Brescia&Amisano
Renzo Bellardone
Tema caro al romanticismo europeo è rappresentato
dall’eterno duello tra il bene ed il male e dall’esaltazione degli alti
sentimenti (quanto vorrei che oggi fossero ancora così alti!!) del dovere, la
lealtà, l’etica ed un grande senso della correttezza! Altro tema importante era
il ‘perdono’ che veniva concesso con delle condizionali (e non come sovente
avviene oggi, incondizionatamente per una sorta di lassismo sociale). Der Freischütz contiene tutti questi elementi
e quale prima opera romantica apre le porte alle successive composizioni, con
temi importanti, come i leit motiv, esaltati poi da Wagner.
Allestimento
studiato e curato da Matthias Hartmann
alla regia decisamente attenta e curata, dove nulla è lasciato agli interpreti
(quante volte invece si deve percepire..)
, ma tutto fila sul binario della costruzione e di significati espressi; Raimund Orfeo Voigt ha creato delle
scene essenziali, ma intellegibili, con
chiara lettura classica, inserendo
elementi scenici luminosi a dettagliare le montagne sullo sfondo piuttosto che
la casetta nei boschi, la chiesetta o la casa di Agathe decisamente
affascinante e descrittiva. Alberi altissimi neri e stilizzati creano il bosco
ed il fuoco sul palco è sempre di forte
suggestione, quasi ad evocare paure e timori peraltro attrattivi dell’infanzia.
Il coro, diretto da Bruno Casoni, è
molto presente ed importante ed ha dato prova di grande professionalità sia nel
canto che nell’interpretazione attoriale: la massa qui è stata usata per
implementare la scena e rendere credibile il villaggio. La direzione di Myung-Whun Chung oltre che efficace con
il golfo mistico è stata bella da vedere e gustare il gesto attento e
coinvolto: grande direzione! Ancora una
parola sull’allestimento ed un plauso ai costumi di chiara ispirazione popolare
boema, ma rivisitati e ripensati da Susanne
Bisovsky e Joseph Gerger con la
collaborazione di Malte Lübben in
una esplosione di colore e di significato, come il grande velo bianco a terra
che si alzerà in volo assieme alla casa per dileguarsi nello spazio celeste.Le
luci di Marco Filibeck non deludono
mai ed anche in questo ‘Franco Cacciatore’ sono disegnate e dosate con grande
efficacia. Veramente la tentazione di scrivere ancora della scena,
dell’orchestra e della drammaturgia pregevole di Michael Küster sarebbe alta, ma è giusto riservare spazio
alle voci.
Michael Kraus è il
baritono che interpreta il principe boemo con piglio e fermezza, lasciando alla
voce profonda e tonale oltre che al gesto la declinazione dei sentimenti e
delle decisioni, che opportunamente motivate si possono mutare. Il
guardiaboschi del principe, ovvero Kuno è lasciato a Frank van Hove che esprime con bel colore e bel temperamento quanto
sta nel personaggio; Agathe, l’amata da Max e da questi ricambiata, incontra la
splendida voce di Julia Kleiter che
con un bel timbro caldo e avvolgente sa
imprimere profondità per poi innalzarsi alla freschezza scintillante, fino
quasi alla misticità “Sommessa, lieve,
pia melodia..” la Kleiter è sovente affiancata in scena dalla brillante Eva Liebau, soprano, che affascina per la scioltezza, il timbro e
la caratterialità, unite ad un ottimo
fraseggio (opera cantata in originale in tedesco). Il ricco contadino Kilian
incontra la voce importante e calda di Till
Von Orlowsky, cosi come Ein Eremit viene esaltato da Stephen Milling che sfodera una suadente voce da basso perfettamente
adatta al ruolo del paciere super partes: sarà infatti l’eremita a fine opera a
convincere il principe a dare ancora una opportunità a Max, secondo apprendista
cacciatore e promesso di Agathe. Max è interpretato dal tenore Michael Kӧnig che senza ombra di dubbio
è convincente con una tonalità calda e arrotondata. Kaspar, il primo
apprendista cacciatore è Günter Groissbӧck, sicuramente il
più preponderante scenicamente sia per
la fisicità esibita tra le fiamme che per l’atleticità dei movimenti:
vocalmente diventa impressionante alla ‘gola del lupo’ quando la voce
riecheggia con echi e rimandi; sicuramente valido interprete. Appropriati
e convicenti anche gli altri ruoli. La Musica vince sempre.
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