Foto: Toronto Consort
Giuliana dal Piaz
Toronto, 17-XI-2017.
Trinity-St. Paul’s Centre. Stagione 2017-18 di Toronto Consort. RENAISSANCE SPLENDOURS (17-18 novembre).
Musiche dalla Corte del Re di Francia Carlo IX, della Regina d’Inghilterra
Elisabetta I, del Duca di Bavaria Albrecht V e della Marchesa di Mantova
Isabella d’Este. Direttore Artistico:
David Fallis. Ensemble The Toronto
Consort: Michelle DeBoer, soprano; David Fallis – tenore e percussioni; Ben
Grossman – Hurdy-gurdy e percussioni; Katherine Hill – soprano e basso-viola;
Paul Jenkins – tenore e clavicembalo; Terry McKenna – liuto e chitarra barocca;
Allison Melville – flauto e flauto dolce; John Pepper – basso; Laura Pudwell –
contralto. Coreografia delle danze:
Jeannette Lajeunesse Zingg. Ballerini:
Alunni della Scuola di Atelier Ballet.
Celebrando il 45º
anniversario dalla propria fondazione alla presenza del suo veterano e
benemerito ideatore, il Prof. Timothy McGee, The Toronto Consort apre la Stagione 2017-18 con la serata Renaissance
Splendours, in cui ha presentato, in realtà non per la prima volta ma
in una cornice diversa, brani di Corte del XVI secolo. Il Mº Fallis ha scelto
quindi, per il programma, quattro delle Corti europee più importanti dal punto
di vista musicale, quella del giovane Re francese Carlo IX, figlio di Caterina
de’ Medici, quella della grande Elisabetta I, particolarmente amante della
musica e della danza, quella del Duca Albrecht V di Baviera – una Corte minore
ma che aveva il privilegio di uno dei compositori più importanti del
Rinascimento, Orlando di Lasso – e lasciando per ultima quella di Isabella
d’Este a Mantova, anch’essa una Corte aristocratica ma non regale, che impresse
tuttavia una sua impronta su tutto il periodo storico-artistico, anche grazie
al trattato Il Cortigiano di
Baltassarre Castiglione pubblicato nel 1528 ma presto tradotto e diffuso in
tutte le Corti d’Europa. Ognuna delle
quattro sezioni del concerto ha incluso dei bei brani solo strumentali che
hanno messo in luce la raffinata preparazione degli strumentisti del Consort: Les gavottes e la Jouissance basse dance, e il numero di danza Branles de village, per la Francia; Epping Forest/Huntsuppe/Old Mole, per l’Inghilterra;Wascha Mesa, per la Baviera; Saltarello alla Venetiana e i brani di danza,
Pavana e Piva alla venetiana, per
Mantova. Alcuni brani cantati a cappella non mi sono parsi particolarmente
convincenti: la sfasatura temporale delle voci era chiaramente intenzionale – e
piacevole – ma ha prodotto dei difetti d’intonazione in alcuni cantanti, che
non hanno dato il meglio di sé quando non accompagnati dagli strumenti.
Splendida, in cambio, la ballata Essex’Last
Good-night dedicata a Robert Devereaux, il Conte di Essex condannato a
morte per alto tradimento, interpretata con bravura e sentimento dal contralto
Laura Pudwell, e deliziosa la frottola di Rossino Mantovano Lirum bililirum, magistralmente
interpretata con grazia e senso dell’humour dal soprano Katherine Hill. L’inserimento
nella serata dei numeri di danza è stato molto apprezzato dal pubblico e mi è
parso lodevole il modo in cui gli allievi dell’Atelier Ballet sono riusciti a
discostarsi dallo stile inculcato loro per il palcoscenico di Opera Atelier. Mi
chiedo tuttavia quando questi promettenti allievi della scuola di Atelier
Ballet raggiungeranno quella che ne Il
Cortigiano veniva definita la sprezzatura
(capacità “...che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza
fatica e quasi senza pensarvi”). L’esempio addotto dal Castiglione è appunto
quello del ballerino che danza "con
tanta attenzione che di certo pare vada enumerando i passi". L’unica dei
quattro ballerini che sembra averla raggiunta è Rebecca Moranis.
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