Ramón Jacques
Appena due giorni dopo aver ascoltato la Sesta di Mahler, nella stessa sala da concerto -Renée & Henry Segerstrom di Costa Mesa, California- si è potuto ascoltare un’altra opera monumentale: la Sinfonia n. 7 in mi maggiore di Anton Bruckner che in questa occasione è stata eseguita dalla Los Angeles Philharmonic sotto la bacchetta del suo direttore titolare. Questo concerto, pure organizzato dall’associazione musicale di Orange County, parte del festival Japan OC che è un omaggio all’arte e alla cultura del Giappone e che si sta realizzando parallelamente alla Carnegie Hall di NY. Il concerto ha avuto inizio con l’interpretazione dei Cinque Pezzi per orchestra di Anton Webern, cinque miniature strumentali, atonali, per un’orchestra che incorporava anche mandolino e chitarra. Del compositore giapponese Toru Takemitsu si è ascoltato il Requiem per orchestra d’archi, opera in un movimento dalla quale promanava una fusione sonora tra lo stile wagneriano e quello della seconda scuola di Vienna, ma che ha offerto molto poco in quanto a contrasti melodici e dinamici. Due opere così carenti di suggestione ed interesse avrebbero potuto essere facilmente eliminate dal programma. Il capolavoro della Settima di Bruckner ha entusiasmato per l’orchestrazione abbagliante di ottoni ed archi e per le sonorità delle tube wagneriane (compositore a cui fu dedicata l’opera). Gustavo Dudamel, sembrava amministrare la sua solita energia ed entusiasmo ma per mancanza di ispirazione, la sua lettura impallidiva in alcuni passaggi. E’ tiuscito comunque a definire dettagliatamente gli intensi contrasti drammatici del pezzo, come nell’ Adagio (una ventina di minuti di musica, ma la vetta emotiva di questo concerto) e in parte nel finale esplosivo, mentre in certi momenti di lentezza e poco dinamismo si sentivano lacune notevoli tra le varie sezioni dell’orchestra. Eppure, il risultato finale è stato salutato dal consenso di un pubblico consapevole che opere come questa non si sentono ogni giorno. Inoltre, è stata anche annunciata la stagione 2011-12 dell’Associazione che avrà come ospiti la Chicago Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra, la New York Philharmonic e l’Orchestra del Teatro Mariinsky, con un ciclo di sinfonie di Tchaikosky, sotto la direzione Valery Gergiev, e altre orchestre.
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