Massimo Viazzo
“Vita senza equilibrio” significa, in lingua amerinda Hopi, la parola Koyaanisqatsi, titolo del celebre film di Godfrey Reggio proiettato nell’ultima serata de I concerti di Primavera al Palazzo dei Congressi con colonna sonora live a cura dell’autore, ghiotta anteprima dell’atteso festival estivo. Qui a Stresa non è certo una novità la programmazione di eventi in cui la musica e le immagini si influenzano e si alimentano a vicenda. Questa volta si è raggiunto davvero il top proponendo il capolavoro di Reggio, primo film della trilogia qatsi presentato nel 1983 (e da allora ampiamente saccheggiato), una pellicola a forte impronta ecologista, senza una trama specifica, senza personaggi, senza dialoghi, completamente basata sulla suggestione visiva di immagini naturalistiche ed urbane montate con perfezione certosina utilizzando spesso la tecnica della moviola o dell’accelerazione. La minimal music di Philip Glass ne rappresenta l’essenza. Il Philip Glass Ensemble con il musicista americano ad una delle tastiere e Michael Riesman alla direzione ha saputo vivificare, con precisione millimetrica, le ipnotiche progressioni che caratterizzano queste pagine, infondendo loro quel magnetismo che solo dal vivo è possibile captare. Un senso di vertigine, di ebbrezza ha pervaso la sala per quasi un’ora e mezza e alla fine l’applauso liberatorio del pubblico, stordito e travolto da tanta visceralità, ha reso giustizia ad una musica legata indissolubilmente all’aspetto performativo dove lo spettatore è l’unico vero protagonista.
“Vita senza equilibrio” significa, in lingua amerinda Hopi, la parola Koyaanisqatsi, titolo del celebre film di Godfrey Reggio proiettato nell’ultima serata de I concerti di Primavera al Palazzo dei Congressi con colonna sonora live a cura dell’autore, ghiotta anteprima dell’atteso festival estivo. Qui a Stresa non è certo una novità la programmazione di eventi in cui la musica e le immagini si influenzano e si alimentano a vicenda. Questa volta si è raggiunto davvero il top proponendo il capolavoro di Reggio, primo film della trilogia qatsi presentato nel 1983 (e da allora ampiamente saccheggiato), una pellicola a forte impronta ecologista, senza una trama specifica, senza personaggi, senza dialoghi, completamente basata sulla suggestione visiva di immagini naturalistiche ed urbane montate con perfezione certosina utilizzando spesso la tecnica della moviola o dell’accelerazione. La minimal music di Philip Glass ne rappresenta l’essenza. Il Philip Glass Ensemble con il musicista americano ad una delle tastiere e Michael Riesman alla direzione ha saputo vivificare, con precisione millimetrica, le ipnotiche progressioni che caratterizzano queste pagine, infondendo loro quel magnetismo che solo dal vivo è possibile captare. Un senso di vertigine, di ebbrezza ha pervaso la sala per quasi un’ora e mezza e alla fine l’applauso liberatorio del pubblico, stordito e travolto da tanta visceralità, ha reso giustizia ad una musica legata indissolubilmente all’aspetto performativo dove lo spettatore è l’unico vero protagonista.
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