Saturday, May 22, 2010

L'Equivoco Stravagante - Rossini Opera Festival 2008, DVD

G.Rossini
L’equivoco stravagante
Prudenskaja, Korchak, De Simone, Vinco, Forsythe, Mirabelli
Direttore Umberto Benedetti Michelangeli
Regia Emilio Sagi
Pesaro, Rossini Opera Festival 2008
DVD Dynamic 33610, 2009


Roberta Pedrotti

La prima opera buffa in due atti di Rossini, e la seconda in assoluto ad andare in scena, non ha mai avuto vita facile, già dal ritiro pressoché immediato per oscenità imposto dal prefetto bolognese per arrivare alle traversie dell’edizione critica approntata con miracolosa tempestività da Marco Beghelli e Stefano Piana per il Festival di Pesaro del 2002. Non ci resta, infatti, l’autografo e il testo fu oggetto di pesantissime censure che non è possibile oggi ricostruire risalendo all’originale. Il libretto di Gaetano Gasbarri, che tanto può apparire scabroso perfino ai giorni nostri, ci è infatti pervenuto in una versione edulcorata, per esempio per quanto riguarda il duetto del secondo atto fra Ernestina e Buralicchio, con il tentativo di seduzione di lei e le resistenze di lui che la crede un castrato travestito. Eccolo, infatti, l’equivoco stravagante grazie al quale il cameriere Frontino cerca di far desistere il pretendente sgradito per favorire l’unione di Ernestina con Ermanno. Curioso misto di citazioni colte (fanno capolino anche Abelardo ed Eloisa, l’imperatore Tito e i più audaci barocchismi verbali, come “Le macchine corporee in linea curva adattino su due comodità” per l’invito a sedersi) e costanti richiami alla sfera fisica e sessuale (“Ah dunque dammela per carità”, “Pavento un scoglio entrando in alto mar”, “Prima di parlar ci purghiamo sempre”), il libretto possiede comunque un suo fascino grottesco e surreale. Nondimeno la musica riesce a elevarlo enfatizzando parimenti sia l’effetto di nonsense, sia i doppi sensi, tanto che il maggior stupore giunge proprio dal constatare quante pagine torneranno con non minore proprietà in contesti anche non troppo differenti, ma sicuramente normalizzati sotto il profilo teatrale e verbale. L’arte dell’autoimprestito rossiniano giunge, insomma, già all’inizio della carriera a vertici assoluti, se si pensa a quanto ritroveremo, per esempio, nella Pietra del paragone. È il caso del quintetto del secondo atto, che nelle due opere è assolutamente parallelo (contralto e tenore vengono sorpresi dagli altri personaggi in atteggiamento equivoco) ma il livello linguistico diametralmente opposto: “Prole d’un padre equivoco nata fra zucche e cavoli, i miei mandati ed ordini si eseguono così?” diventa infatti “Donna di sensi equivoci, piena d’astuzie e cabale, ch’io sono a torto incredulo potrai lagnarti ancor?” La peculiarità dell’opera, così lontana dall’eleganza cui pure la medesima musica saprà prestarsi, è perfettamente colta da Emilio Sagi, che, forte d’un superbo lavoro sugli attori anche in questa ripresa del 2008, trasporta la vicenda negli anni della liberazione sessuale del XX secolo, fra scenografie optical, eleganza e kitsch contemporanei, ma senza mai risultare volgare. Dal cambio di genere dell’indovino Tiresia, all’era dei castrati, fino ai giorni nostri il tema del travestimento e dell’ambivalenza sessuale è eterno, se non, ormai, quotidiano. La regia video di Davide Mancini rende giustizia allo spettacolo valorizzando dettagli e controscene senza sovrapposizioni e dispersioni. Ne risulta un Dvd gustoso e brillante, che rende giustizia alla drammaturgia dell’opera senza cadute di gusto. Sotto il profilo teatrale il cast è selezionato alla perfezione: Marco Vinco rende a Buralicchio il caricaturale spessore culturale di un tronista televisivo, Marina Prudenskaja ha il fisico slanciato e androgino ideale per dare credibilità all’equivoco, Dmitry Korchak è debitamente gentile e adolescenziale, Bruno De Simone l’attore consumato che conosciamo. È anche quello che conosce meglio lo stile e che meglio sa valorizzare la parola cantata, mentre l’emissione un po’ troppo fissa di Vinco lo limita anche nei colori e nelle intenzioni, così come il tenore non è sempre ben a fuoco (e per quanto un po’ scolastico, il Frontino di Ricardo Mirabelli lo batte in squillo). Il contralto, forte di una vocalità scura e compatta, a tratti anche suggestiva, si dimostra sufficientemente ferrata nello stile belcantista, ma non è forse la virtuosa d’alto rango che esigerebbe il rondò del secondo atto, risolto comunque con diligenza. Puntuali e disinvolti Amanda Forsythe e il citato Mirabelli nei panni dei servitori, entrambi gratificati da un’aria di sorbetto. Umberto Benedetti Michelangeli tiene tempi giusti, è morbido e adeguatamente leggero, la resa musicale di questa registrazione sostanzialmente ben equilibrata, anche grazie all’apporto dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e del Coro da Camera di Praga preparato da Pavel Vanek. Le note, sintetiche ma ben circostanziate, sono firmate dal revisore Marco Beghelli, che come d’abitudine coglie in pochi paragrafi il cuore dell’opera e della sua travagliata vicenda. Grafica e qualità audio/video in linea con gli standard Dynamic.

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