Ramón Jacques
L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, una delle principali orchestre sinfoniche italiane, ha eseguito in forma di concerto due opere di compositori differenti, assimilabili non stilisticamente, ma come ambientazione entrambe si svolgono a Firenze
Il progetto di mettere in musica A Florentine Tragedy di Oscar Wilde accomuna Giacomo Puccini e Alexander Zemlinsky, dato che che Puccini si era interessato per ben due volte al soggetto (desistendo in luogo del Tabarro, opera che narra una storia similare di adulterio, sangue e morte). Zemlinsky, invece, concretizzò il progetto componendo nel 1916 Eine Florentinische Tragödie. E proprio con questo lavoro ha avuto inizio il concerto, con quegli accordi orchestrali così sensuali e orgogliosi, una sorta di allegoria del rapporto tra amore e morte in cui la tragedia è già evidente. Mettendo in scena un semplice triangolo amoroso la tensione drammatica cresceva anche per merito di una orchestrazione evocativa influenzata notevolmente da Strauss, Mahler e Wagner
Il progetto di mettere in musica A Florentine Tragedy di Oscar Wilde accomuna Giacomo Puccini e Alexander Zemlinsky, dato che che Puccini si era interessato per ben due volte al soggetto (desistendo in luogo del Tabarro, opera che narra una storia similare di adulterio, sangue e morte). Zemlinsky, invece, concretizzò il progetto componendo nel 1916 Eine Florentinische Tragödie. E proprio con questo lavoro ha avuto inizio il concerto, con quegli accordi orchestrali così sensuali e orgogliosi, una sorta di allegoria del rapporto tra amore e morte in cui la tragedia è già evidente. Mettendo in scena un semplice triangolo amoroso la tensione drammatica cresceva anche per merito di una orchestrazione evocativa influenzata notevolmente da Strauss, Mahler e Wagner
Il direttore ruso Vladimir Jurowski è riuscito ad estrarre dall’orchestra romana l’esuberanza coloristica contenuta nella partitura, così come il lirismo dell’imprevedibile e irreale finale, anche se in alcuni passaggi la sua lettura è parsa poco calibrata, carente di sottigliezze, rischiando in più di una occasione di coprire i cantanti posti dietro l’orchestra su un piano rialzato Il ruoolo di Simone è stato interpretato in modo soddisfacente da Sergei Leiferkus che ha cantato la sua aria con autorevolezza e bella timbrica. Il soprano tedesco Heike Wessels ha saputo adattare il suo ampio e omogeneo strumento vocale alle esigenze del canto di Bianca, un personaggio intenso, soave e commovente Il tenore Nikolai Schukoff ha donato la sua voce robusta e di linea raffinata a Guido Bardi, il nobile che viene assassinato da Simone.
Nella seconda parte della serata e fin dalle prime battute è emersa la ricchezza orchestrale, la brillantissima armonia e l’energia che promana dalla partitura pucciniana. In questa occasione Jurowski ha concertato con sicurezza ed entusiasmo e l’orchestra ha risposto dilettandosi e dilettando. I solisti, questa volta posti davanti all’orchestra, hanno dato vita a personaggi a tutto tondo. Il ruolo principale è stato interpretato dal baritono spagnolo Juan Pons, uno Schicchi gioviale, burlesco e ciarlatano di voce omogenea e pastosa. Come Rinuccio il tenore Saimir Pirgu ha esibito timbro caldo e fraseggio elegante e Adriana Kučerová ha impersonato una leggera e lirica Lauretta
Il resto del cast è parso di buon livello in particolar modo la Ciesca di Anna Maria Chiuri dalla voce opulenta di esuberante colore scuro, il basso Luigi Roni, un divertito Simone, il baritono Giulio Mastrototaro un Marco espressivo e la musicale Nella di Rosanna Savoia.
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