
Pesaro - Adriatic Arena
La Cenerentola, un’opera fresca e scattante da ascoltare senza respirare
Giosetta Guerra
La Cenerentola, un’opera fresca e scattante da ascoltare senza respirare
Giosetta Guerra
La Cenerentola dovrebbe essere l’opera ufficiale del ROF, nel senso che dovrebbe stare in cartellone ogni anno come Verona fa con Aida. L’edizione di quest’anno, che riprendeva l’allestimento di Ronconi di dodici anni fa, ha pienamente soddisfatto il pubblico per una serie di motivi. In primis la bellezza assoluta della musica che nella lettura del bravissimo Yves Abel (direttore principale alla Deutsche Oper Berlin e affermato interprete rossiniano), alla direzione della formidabile Orchestra e dell’ottimo Coro (preparato da Paolo Vero) del Teatro Comunale di Bologna, si è intrisa di scintillante freschezza, si è dipanata in un ritmo così serrato e leggero che avresti voluto non respirare per non perdere nulla di quel dinamismo incalzante e trascinante. In perfetta sintonia con il palcoscenico, il direttore ha sostenuto la bravura degli artisti che sono entrati con naturalezza nel gioco scenico e nel vortice sonoro, restituendo il carattere dei personaggi, esaltato dai caratteristici costumi di Carlo Drappi. Le scene, con cambiamenti a vista grazie a moduli architettonici girevoli e/o sollevati con le corde, erano quelle di Margherita Palli con tutti i mobili affiancati a casaccio o ammassati l’uno sopra l’altro, sui quali il regista Luca Ronconi faceva camminare e agire i personaggi, con la serie di camini di varie dimensioni nella sala delle feste del principe, che Ronconi popola di un fantasioso coro (munito d’ombrello durante il temporale), con una limousine anni ’30 che entra in palcoscenico, con il volo della cicogna che trasporta Cenerentola vestita di rosso al palazzo reale, l’immobilità estatica, assolutamente necessaria in Rossini, di certe scene d’insieme (“Nodo avviluppato”): scene e regia che a suo tempo ci avevano lasciati un po’ perplessi e che oggi invece apprezziamo in tutta la loro originalità e funzionalità. Regista collaboratore Ugo Tessitore. Progetto luci Guido Levi.


Uno spettacolo che avrei rivisto subito, tanto mi ha entusiasmato.
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