Foto: Teatro Comunale di Montecarotto.
Quattro prime esecuzioni assolute al Teatro Comunale di Montecarotto, venerdì 16 settembre alle ore 21, per il Pergolesi Spontini Festival. Quattro compositori di oggi si misurano con i testi liturgici intonati da Pergolesi: Marco Taralli con Piccolo Stabat Mater, Lucio Gregoretti con la Missa Sancti Johannis Baptistae, in memoriam Johannis Baptistae Pergolesi, Claudio Cimpanelli con il Salve Regina e Ave Maria II .
Un omaggio a Pergolesi è la serata di Musiche nuove, venerdì 16 settembre al Teatro Comunale di Montecarotto, dove tre compositori contemporanei - Claudio Cimpanelli, Marco Taralli e Lucio Gregoretti – presenteranno in prima esecuzione assoluta musiche sacre su testi che tre secoli fa furono intonati anche dal compositore jesino: Salve Regina, Stabat Mater e l’ordinario della Messa. E’ il contributo che la Fondazione Pergolesi Spontini vuole dare al genere sacro, nell’ambito del quale i compositori marchigiani hanno creato capolavori. E particolarmente significativo è l’organico proposto ai compositori: due pianoforti, harmonium, quattro voci soliste e coro, lo stesso della celeberrima Petite Messe Solennelle di Rossini.
Gli interpreti, cantanti (il soprano Maria Abbate, il mezzosoprano Mariangela Marini, il tenore Roberto Jachini Virgili, il baritono Giampiero Cicino) e strumentisti (Sara Zampetti e Marta Tacconi al pianoforte, Saverio Santoni all’harmonium), tutti perfezionatisi nell’ambito dei corsi di formazione di Progetto Sipario, saranno diretti da Diego Pucci, Maestro del Coro Regina della Pace, che prende parte al concerto.
Di diversa provenienza i compositori: Claudio Cimpanelli (Roma, 1956) è attivo soprattutto nel campo delle musiche per il cinema ed il teatro, il mondo del jazz, la musica strumentale; Marco Taralli (L’Aquila, 1967), che ha presentato composizioni vocali ai Festival di Cremona e Wildbad, ha già al suo attivo un titolo al Teatro dell’Opera di Roma (La maschera di Puntikititi) e sarà l’autore di Nur, l’opera commissionata per il Festival della Valle d’Itria 2012; Lucio Gregoretti (Roma, 1961) è autore di numerose opere, per l’Accademia di Santa Cecilia, l’Opera di Roma, e recentemente il Teatro Massimo di Palermo.
L’Ave Maria di Claudio Cimpanelli è un’opera apertamente comunicativa che mette in atto una serie di artifici di immediata presa emotiva per aprire con immediatezza l’ascoltatore al colloquio con la Madre. Il Salve Regina ripropone il tema della fiducia nell’intercessione di Maria attraverso la continua iterazione delle parole Salve Regina, Mater misericordiae, alternando episodi ritmici a slanci lirici, in una complessa articolazione che riprende, nel finale, l’invocazione iniziale.
Per Marco Taralli (L’Aquila, 1967) lo Stabat Mater vede l’uomo l’interprete principale del viaggio interiore che attraverso la sofferenza del corpo porterà alla sublimazione dell’anima. Il testo della sequenza del XIII secolo, attribuito a Jacopone da Todi, viene diviso in tre distinti momenti nei quali chi invoca compie il passaggio dall’osservazione descrittiva di ciò che sta fuori di sé (la Madre addolorata e la sofferenza per la perdita dell’unico Figlio), alla riflessione interiore attraverso l’immedesimazione nella Madre e nel suo dolore per la perdita del Figlio, per passare poi alla terza ed ultima fase, quella dell’invocazione dove con incalzante veemenza, colui che prega si pone sullo stesso piano del divino, invocando la Madre affinché gli conceda la possibilità di condividere le stesse pene patite dal Figlio Nel finale, tutto si ricompone sull’ultima parola Amen, sulla quale è sviluppata una fuga a quattro parti, simbolo della matematica perfezione della musica. Il cammino è compiuto.
La Missa Sancti Johannis Baptistae, in memoriam Johannis Baptistae Pergolesi di Lucio Gregoretti (Roma, 1961) è una Messa breve che esclude il Credo ma include un offertorio. Il pezzo si sviluppa in uno stile compositivo variato. il Kyrie è basato su un susseguirsi di linee vocali diatoniche con improvvisi sbalzi cromatici; il Gloria è di andamento più incalzante e comprende dei momenti di parlato ritmico affidati al coro; l'Offertorio ha dei riferimenti rossiniani, pur molto nascosti; nel Sanctus l'impiego delle voci è di carattere quasi strumentale, con uso di effetti onomatopeici nel coro; l'Agnus Dei riconduce alla calma serenità del Kyrie.
Reminescenze di musiche pergolesiane, non solo sacre ma anche operistiche, affiorano qua e là nella composizione. Di queste musiche sono rievocate non tanto le melodie quanto invece alcuni moduli ritmici e armonici, brevi apparizioni che poi si dileguano senza che se ne sia davvero potuta riconoscere l'origine, si tratta di cellule che offrono lo spunto per costruzioni musicali nuove, che poco conservano dell'originale, e che cercano di evitare a tutti costi il rischio di un uso autocompiaciuto della citazione.
Biglietti: intero 25 euro, ridotto 23 euro. Last minute dalle ore 20: 12,50 euro.
Info: Fondazione Pergolesi Spontini. Via Mazzini 14, 60035 Jesi (AN)
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