Renzo Bellardone
Sabato 9 luglio - ore 18.30 Baveno, Hotel Lido Palace. JAZZIAMO L’OPERA! Omaggio a U. Giordano Happy(Music)Hour Improvvisazioni sulla: Fedora di U. Giordano, Bohème di G. Puccini, Arlesienne di G. Bizet. PIAZZALUNGA, BERTOLI, BOMBARDIERI JAZZ TRIO. STEFANO BERTOLI batteria e percussioni. GUIDO BOMBARDIERI clarinetto e saxofono. FABIO PIAZZALUNGA pianoforte
Salone con raffinate vetrate liberty spalancate sul lago Maggiore con di fronte l’Isola dei Pescatori. Guido Bombardieri entra in sala suonando il sax; dopo qualche improvvisazione entra Fabio Piazzalunga e dal pianoforte rimanda note dalla ‘Bohème’, quando entra anche Stefano Bertoli che buon batterista e rumorista dissacrante inserisce addirittura un brevissimo muggito. Il Trio è ora in formazione e come spiegherà affabilmente lo stesso Bertoli, l’idea di jazzare su noti temi d’opera è nata qualche tempo fa presso il Bergamo Musica Festival Gaetano Donizzetti che incaricò Piazzalunga della realizzazione che compì con i’guastatori’ Bombardieri e Bertoli. Il pianoforte è esplicito: ‘I fior che faccio ahimé !..’ ‘l’anima è milionaria…’ma intervengono la batteria, le percussioni ed altri strumenti da band sudamericana, oltre che il clarinetto ed il sax a creare un ballabile scherzoso che più avanti riporterà addirittura alle rotonde sul mare anni ’60. Le improvvisazioni ripercorrono le celebri arie da Bohème con degli ‘slow’ che si impennano a scaldare la sala. Variazioni da Carmen e dall’Arlesienne’ di Bizet vivacizzano ancor più l’atmosfera che si intenerisce per l’omaggio a Umberto Giordano con la citazione di ‘Fedora’ (Non dimentichiamo che poco distante si erge Villa Fedora abitata per diverso tempo dal compositore).
L’inevitabile bis è un estratto dall’Elisir d’amore. Le virtuosistiche improvvisazioni non negano il tema d’opera ispiratore che a tratti appare definito, senza alcuna contaminazione o reinterpretazione; altri brani sono scrittura nuova, esperimento raffinato e coinvolgente, anche quando eseguito con saxofono appositamente costruito e di dimensioni allungate. I vari strumentisti, come nelle migliori tradizioni jazzistiche, eseguono alcuni ‘assolo’ che si pongono con rispetto poetico della partitura originale. In quelle stesse sale, nelle sere d’estate di qualche tempo fa, Richard Wagner suonò il pianoforte per la Regina Vittoria che, trasferita la corte, ivi soggiornava a godere del salubre clima lacustre. Il vissuto emozionale prosegue poi con le ‘vele dipinte’: proiezioni di Sebastiano Romani sulle vele delle barche ondeggianti sull’acqua a tempo di musica, piuttosto che sulla facciata della Chiesa: disegni marmorei, mosaici, scavi, terra, cave a ricordare le ‘Vibrazioni della Terra’ cui il festival è dedicato. La Musica Vince sempre.
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