Foto: Studio Amati Bacciardi
Renzo Bellardone
ROSSINI OPERA FESTIVAL 2011- PESARO Per i 150 anni dell'Unità di Italia. Martedì 16 agosto, ore 20.00 ADELAIDE DI BORGOGNA. Dramma per musica di Giovanni Federico Schmidt. Musica di Gioachino Rossini. Edizione critica della Fondazione Rossini e di Casa Ricordi, a cura di Gabriele Gravagna e Alberto Zedda Direttore. DMITRI JUROWSKI.Regia, Scene, Costumi e Progetto luci: PIER’ALLI Personaggi Interpreti: Ottone DANIELA BARCELLONA, Adelaide JESSICA PRATT, Berengario NICOLA ULIVIERI, Adelberto BOGDAN MIHAI, Eurice JEANNETTE FISCHER, Iroldo FRANCESCA PIERPAOLI, Ernesto CLEMENTE ANTONIO DALIOTTI. ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA. Maestro del Coro Lorenzo Fratini
DAL MEDIOEVO ALL’OTTOCENTO ROMANTICO !!!
Dopo le due rappresentazioni in forma semiscenica al Rof 2006, l’edizione 2011 ripropone quest’opera rossiniana inspiegabilmente dimenticata dai cartelloni dei teatri musicali, seppur ricca di spunti e di piacevolezze. La vicenda si svolge nell’alto Medioevo, ma in questa prima rappresentazione scenica il regista Pier Alli l’ha trasportata in un periodo più vicino e cioè in pieno romanticismo ottocentesco; senza intaccarne l’impianto, ma anche senza marcati coup de theatre, realizza la scena quasi esclusivamente con proiezioni, adottando una certa staticità del palcoscenico che coadiuva il canto. L’orchestra diretta da Dmitri Jurowski ha iniziato con manierismo, per divenire man mano più convincente ed a buon sostegno del palcoscenico: morbida e romantica nei recitativi, sanguigna nella descrizione della battaglia. La Musica e soprattutto le voci, hanno decretato la riuscita di un’opera di spessore , che si è ascoltata volentieri. Le incontrastate regine sono il mezzosoprano Daniela Barcellona ed il soprano Jessica Pratt che non a caso vengono citate insieme, perché insieme hanno creato momenti di vera bellezza con grande reciproco sostegno ed unità di intenti. Daniela Barcellona è da anni è la regina del Rof e fin dalla comparsa in scena colma il teatro con voce solida e pienamente ricca di quel bel colore conosciuto ed apprezzato; con le agilità convince sempre ed ‘induce’ a sfrenati applausi a scena aperta ‘..soffri la tua sventura..’, ‘tergi..tergi..’, ma con l’aria finale ‘D’Imene il talamo..’incanta la platea con una sventagliata di acuti e con agilità affrontate con morbidezza vellutata. Realizza il personaggio di Ottone con coerente emissione e consolidata presenza scenica, seppur racchiusa in un costume pesante e costrittivo. Oramai allenata ad interpretare personaggi maschili, si sposta sulla scena con passo pesante e cadenzato dall’autorevolezza del comando. La Pratt riveste i panni di Adelaide e con le sue agilità e variazioni risulta attrattiva, per divenire lirica nei vari momenti dei filati, dei pianissimi e dei ben controllati acuti e sovracuti. ‘O cara immagine’ la interpreta sdraiata su uno dei due grandi divani in velluto senape di indefinito stile, come se fosse su una dormeuse… alla Paolina Bonaparte…, ma la voce è talmente limpida e naturalmente sicura che valorizza il momento d’ascolto. Confermatasi belcantista offre filati da brivido ed agilità ricercate. L’opera prevede molti bei recitativi accompagnati da un impeccabile clavicembalo e tanti bei duetti ed insieme. Il giovane tenore rumeno Bogdan Mihai è un Adelberto con una personalità spiccata fin dal duetto con Ottone nel primo atto, crescendo nel soddisfacimento delle attese nell’Aria ‘Grida, o natura, e desta’ nel secondo atto; ‘Noi deponiamo il brando..’lo canta con buone capacità interpretative e soprattutto con apprezzabile, attento controllo dello strumento.
Il ruolo di Berengario è affidato alla possente voce di Nicola Ulivieri che con naturale presenza scenica e facile utilizzo dello strumento è elemento determinante nell’opera, riuscendo nella delineazione del personaggio. ‘Si, si mi svena’ è l’Aria di Eurice, interpretata da Jeannette Fischer che, con questa offerta, rischiara la lieve opacità che aveva avvolto il personaggio fino a quel momento. Francesca Pierpaoli da vita ad un Iroldo focoso e sanguigno, con voce ferma e decisa; Clemente Antonio Daliotti da corpo e voce ad Ernesto con impegno e piglio. Coccarde rosse, fasce verdi e fiori bianchi al finale, inneggiano all’Unità d’Italia. Risultano di non immediata percezione alcune scelte di regia-ombrelli, acqua, ende rosa..-,ma il complesso impianto non invalida la realizzazione e per gli amanti del belcanto questa produzione resterà sicuramente nella memoria cerebrale ed in quella sentimentale: il ‘canto libero’ delle bellissime voci degli interpreti incantano e costruiscono la memoria. Altrettanto valide sono anche le voci del coro che offrono una prestazione più che interessante grazie anche alle cure del Maestro Lorenzo Fratini. La Musica vince sempre.
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