Foto: Studio Amati Bacciardi
Renzo Bellardone
ROSSINI OPERA FESTIVAL 2011- PESARO 18 Agosto, ore 20,00.Per i 150 anni dell'Unità di Italia. LA SCALA DI SETA. Farsa comica di Giuseppe Foppa. Musica di Gioachino Rossini. Edizione critica della Fondazione Rossini, in collaborazione con Casa Ricordi, a cura di Anders Wiklund, Direttore JOSÉ MIGUEL PÉREZ-SIERRA. Regia: DAMIANO MICHIELETTO. Scene e Costumi: PAOLO FANTIN. Progetto luci: ALESSANDRO CARLETTI. Personaggi Interpreti. Dormont JOHN ZUCKERMAN. Giulia HILA BAGGIO. Lucilla JOSÈ MARIA LO MONACO. Dorvil JUAN FRANCISCO GATELL. Blansac SIMONE ALBERGHINI. Germano PAOLO BORDOGNA. ORCHESTRA SINFONICA G. ROSSINI
Senza opportunistiche considerazioni sulla crisi mondiale che ci attanaglia e che talvolta attenua se non addirittura spegne i sorrisi, è di tutta evidenza che in tale situazione la voglia di ridere e divertirsi cresce anche per i frequentatori dell’ ‘Opera’!! Rossini, ben più famoso per le sue opere ‘buffe’ che non per quelle ‘serie’, ha lasciato delle farse musicali che sapientemente il Rof propone e ripropone avvalendosi anche della freschezza giovanile degli interpreti, come in questa edizione 2011 de ‘La Scala di Seta’!!!! Come anticipato, il cast è improntato alla giovinezza ed anche ‘le vecchie volpi’, in barba alla ‘provata esperienza’ in palcoscenico sono vocalmente freschi, attorialmente atletici ed anagraficamente giovani. ‘Pianta piano primo A/10 via Rossini n.2 Pesaro’ È la scritta che appare sul frontale del palco sovrastante la buca e che descrive l’impianto pressoché fisso, ma originalissimo dell’allestimento scenico; a terra le delimitazioni delle stanze (senza pareti) bagno, letto, soggiorno, cucina, tettoia altezza 2,50 metri….il tutto riflesso specularmente sul grande specchio inclinato che crea il soffitto…..una porta finestra sull’immaginario balconcino a fondo palco, box doccia ed elementi bagno, cucina moderna, un soggiorno ed un letto a due piazze: la scena è montata quasi tutta in diretta da operai in tuta sotto il vigile occhio di un presunto architetto d’arredi affettatamente inquieto, ma ovviamente in virtù delle scene (suoi anche i costumi originali) di Paolo Fantin. e della direzione registica dell’intraprendente Damiano Michieletto che ogni volta sorprende per l’attualizzazione ingegnosa, ma perfettamente calzante con la vicenda (assolutamente da menzionare ‘Gazza Ladra’ al Rof e Butterfly per il Regio di Torino). Il via all’opera viene dato dal direttore d’orchestra che in questo caso è il giovane José Miguel Pérez-Sierra : gesto elegante e raffinato lascia trasparire la vivacità della partitura con colorazioni nitide, definite e di stile; l’orchestra sinfonica G. Rossini lo segue bene riuscendo nell’impresa del divertimento fascinoso. Ma l’appartamento con i soli arredi, senza gli inquilini..beh! significa poco e per completare l’opera i soliti uomini di fatica, durante la briosa ouverture, portano dei manichini che come in una favola per bambini inizieranno a muoversi e prendendo vita, la daranno ai personaggi; i manichini altri non erano che i cantanti…… L’aitante amante (nascostamente già sposo) Dorvil è affidato a Juan Francisco Gatell: palestrato e tatuato rende il personaggio con intemperanza giovanile; focoso e deciso, in tuta da motociclista, non disdegna un amplesso con la sua moglie segreta. Timbro particolare ed agilità vocale definiscono bene il personaggio; Gatell sa muoversi con scioltezza e spontaneità emettendo con linearità e tonalità apprezzabili.
Il soprano israeliano Hila Baggio interpreta invece una atletica Giulia che in scena si presenta tra flessioni e movimenti ginnici mentre canta ‘O quanto son grata..’: bel timbro cristallino e fraseggio definito non teme gli acuti. Debuttante al Rof presenta una maliziosa Giulia, dandole voce con belle coloriture. Il vecchio burbero, ma alla fine comprensivo ed accomodante Dormont, è John Zuckerman che impersona il vecchietto da giardinetti e bocciofila, con dettaglio ricercato; anche vocalmente è apprezzato e sa indulgere sulle note ‘che divertono’. ‘Sento talor nel core’ è l’aria di Lucilla qui con l’interpretazione di Josè Maria Lo Monaco che rinuncia alla sua aggraziata femminilità a favore della rigidezza del personaggio, ma appena potrà scioglierà però gli ormeggi per andare in contro all’amore: bel colore, buon timbro ed estensione sicura sono le offerte di Lo Monaco. Diverte divertendosi Simone Alberghini nei panni di Blansac; esperto del palcoscenico e con emissione sicura diventa caricaturale non solo con il grembiulino bianco, pronto a giurare eterno amore e fedeltà, ma anche con la modulazione della voce che fa sprofondare, tuonare o sussurrare: Albergini è sempre una carta vincente. Presenza fedele al Rof è quella di Paolo Bordogna che in Scala di Seta è un buffissimo Germano, cameriere orientaleggiante che spolvera, intriga, fa partire l’acqua dalla doccia e sogna amor….con una cifra vocale notevole e ben tagliata sul ruolo. Comico per vocazione, è attento a tutte le sottigliezze interpretative che rende con voce piena e sicura ‘…Amore dolcemente…’ Esilarante il quartetto ‘Si che unito a cara sposa’ che impegna Alberghini, Baggio, Gatell e Bordogna. Di gran classe il clavicembalo nei recitativi e delle marcature.Insomma uno spettacolo piacevolmente gradevole che funziona per allegria, simpatia e professionalità. La Musica vince sempre.
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