Foto: Zemlinksy Quartet
Renzo Bellardone
Arona – Casa Usellini , giovedì 4 agosto 2011. Zemlisky Quartet – quartetto d’archi František Souček, violino, Petr Střižek, violino, Petr Holman, viola, Vladimir Fortin, violoncello. Franz Joseph Haydn - Quartetto in do maggiore op 76/3 ‘Kaiser’. Alexander Von Zemlinsky - Quartetto n. 3 op. 19. Josef Suk - Meditazione sull’antico Corale Ceco ‘St.Wenceslas’. Antonin Dvorak - Quartetto in fa maggiore op.96 n.12 ‘Americano’
Casa Usellini con i suoi colori pastello, sbiaditi dal sole e dall’umidità lacustre accoglie i brillanti colori delle interpretazioni dello Zemlisky Quartet. Haydn viene proposto con alcuni suoni ovattati e trattenuti che scendono nel profondo per esaltarsi poi inusualmente vigorosi attraverso emozionanti virtuosismi. Le dissonanze appaiono fin dalle prime battute d’esecuzione del Quartetto n3 di Zemlisky, compositore da rivalutare e certamente da proporre con maggior continuità; ‘arie’ timidamente si affacciano, per tentare subito la fuga, ma vengono riprese….dai violini e dalla viola in uno stato di forte tensione emotiva….rafforzato dal vibrato del violoncello. Gli interpreti traggono suoni che appaiono ‘silenziati’ riuscendo nell’imitazione della voce umana in una delicatissima e poetica stilla di piacere uditivo, sommesso ma profondo fino alla più nascosta sorgente di timidi sentimenti. Coerente scelta filologica Josef Suk e poi Dvorak, infatti il primo fu allievo del secondo di cui sposò anche l’ultima figlia. Parafrasando il Manzoni si potrebbe dire: ‘Suk ..chi era costui?’, ma dopo l’ascolto non interessano più le note biografiche, ma la purezza della composizione: la viola da voce all’intima coscienza, il violoncello ritma il tempo che inesorabile scorre ed i violini incitano al misticismo, in un inevitabile confronto con le cose del mondo. Dvorak ! quanta positiva influenza il viaggio in America !!!! ‘Americano’ è ricco di nostalgici ricordi del lontano Ovest, descritto quasi fotograficamente e degli spirituals che gli cantava il suo allievo Burleigh: voci, echi, motivi popolari, ballate intorno ad un fuoco e barche che viaggiano lente su un ampio fiume, lavori nei campi. La città è sovente lontana, ma nella descrizione paesaggista che tratteggia lo Zemlisky quartet c’è tantissima palpabile emozione che viene trasmessa ed epidermicamente recepita da un silenzioso e partecipativo pubblico. I Bis: con la ’Danza dei Commedianti’ i quattro concertisti hanno dimostrato tutta la loro bravura virtuosistica e con una ‘Barcarola’ hanno nuovamente commosso in un ideale viaggio dalle tradizioni ceche al ‘mondo nuovo’ andata e ritorno !!! Anche individualmente meritevoli di apprezzamenti, dimostrano alta professionalità cui aggiungono molto istinto e passione con cui hanno coinvolto in un’offerta musicale sapientemente dosata tra il ‘puro pensare’ ed il ‘comune sentire’ in un caleidoscopio di variegate sfumature colorate. La Musica vince sempre.
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