Friday, November 21, 2025

Verdi Messa da Requiem - Orchestra Sinfonica di Milano

 

Foto: Orchestra Sinfonica di Milano

Massimo Viazzo

La Messa da Requiem di Giuseppe Verdi (1813-1901), composta nel 1874, rappresenta una delle opere sacre più profondamente drammatiche del repertorio musicale. Composta in memoria di Alessandro Manzoni (autore de «I promessi sposi», il più celebre romanzo ottocentesco italiano), scrittore, poeta e drammaturgo che Verdi venerava profondamente, l’opera coniuga la solennità della liturgia cattolica con l’anelito teatrale peculiare del compositore. La composizione si articola in sette sezioni che corrispondono principalmente al dettato liturgico..L’orchestrazione ricca e un uso teatrale della vocalità trasformano il testo liturgico in un’esperienza drammatica, quasi operistica, capace di trasmettere terrore, speranza e redenzione. La prima esecuzione del Requiem di Verdi ebbe luogo il 22 maggio 1874 presso la Chiesa di San Marco a Milano diretta dall’autore, ottenendo immediatamente un notevole successo. Oggi, il Requiem di Verdi è universalmente riconosciuto come un capolavoro assoluto, rappresentando un ponte tra musica sacra e teatro musicale, e una delle più profonde riflessioni artistiche sull’uomo di fronte alla morte. Il Requiem, una meditazione laica sulla morte, era nato da un’esigenza interiore profonda come dimostrano le tematiche simili presenti nei suoi melodrammi, e non era necessariamente stata pensato per un contesto liturgico. Il capolavoro verdiano rimane indissolubilmente legato alla città di Milano. L’Orchestra Sinfonica di Milano, in particolare, ne ha fatto parte integrante del proprio repertorio, elevandolo a simbolo identitario dell’orchestra stessa, dopo averlo eseguito per la prima volta nel 2001 sotto la direzione di Riccardo Chailly, nell’ambito delle celebrazioni del centenario della scomparsa del compositore. Il direttore musicale della compagine milanese, Emmanuel Tjeknavorian, in carica da una stagione, non poteva mancare all’appuntamento con questa pietra miliare della musica. Per Tjeknavorian, la Messa da Requiem di Verdi rappresenta un capolavoro non solo per la sua struttura musicale, la potenza espressiva e l’utilizzo magistrale delle voci e degli strumenti da parte del compositore, ma anche per la profonda esplorazione dell’animo umano. Il direttore ha offerto una lettura drammatica e teatrale, ricca di contrasti e di grande forza interiore. Il terrore e I dubbi che caratterizzano la religiosità laica di Verdi sono emersi con chiarezza, tra bagliori di luce, accenti di amara dolcezza, cupa desolazione e momenti di  impressionante potenza sonora, questi ultimi sempre al servizio della musica. Un’interpretazione da ricordare. Tra le voci del quartetto vocale si sono distinte quelle femminili.  Il soprano Chiara Isotton ha cantato con intensità e presenza drammatica in una prestazione in crescendo culminata nell’emozionante interpretazione del Libera me, in cui ha esibito un accento vibrante, una timbrica rotonda e un legato impeccabile. Il mezzosoprano Szilvia Vörös si è presentata con sicurezza facendosi apprezzareper il vigore del suo canto, la precisione dell’intonazione, mettendo in mostra un bel colore brunito e cantando con determinazione. Il tenore Raffaele Abete ha mostrato un certo piglio interpretativo, sebbene la sua linea di canto non risultasse del tutto rifinita e alcuni suoni fossero aperti. Il basso Manuel Fuentes ha evidenziato uno strumento vocale di bella timbrica scura, saldezza e affidabilità, ma il suo fraseggio è apparso non sempre coinvolgente. Ottima, infine, la prova del Coro Sinfonico di Milano, compatto, omogeneo, dinamico, diretto con mano ferma e competenza da Massimo Fiocchi MalaspinaRicordo infine che la serata è stata dedicata a Viviana Mologni, storica timpanista dell’orchestra, recentemente e prematuramente scomparsa.

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