Friday, December 31, 2021

MEDEA IN CORINTO – Teatro Sociale Bergamo 20 novembre 2021


Foto: Festival Donizetti Bergamo Gianfranco Rota

Renzo Bellardone

Bergamo di giorno è entusiasmante, di notte è avvolta da un vapore di mistero...Passeggiando tra le sue vie e viuzze poco illuminate e raggiunte attraverso la funicolare..che dire? Il fascino e le illusioni sono di casa !

MEDEA IN CORINTO – Teatro Sociale Bergamo 20 novembre 2021 Direttore Jonathan Brandani Regia Francesco Micheli Scene Edoardo Sanchi Costumi Giada Masi Lighting design Alessandro Andreoli Drammaturgo Davide Pascarella Assistente alla regia Tommaso Franchin Assistente alle scene Chiara Taiocchi Orchestra Donizetti Opera Maestro al fortepiano Hana Lee Coro Donizetti Opera Maestro del coro Fabio Tartari Creonte Roberto Lorenzi Egeo Michele Angelini Medea Carmela Remigio Giasone Juan Francisco Gatell Creusa Marta Torbidoni Ismene Caterina Di Tonno Tideo Marcello Nardis Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti

La narrazione inizia e finisce a Corinto 2021 con giusti e doverosi riferimenti ellenici con trasposizione in epoca di modernariato con incursioni nel fine 800 che crea qualche difficoltà nell’immediato di  percezione della tragedia, che gradualmente si però si palesa in virtù anche dei movimenti sul palcoscenico  della regia del padrone di casa Francesco Micheli ed la qualità degli interpreti in scena. Decisamente interessante l’apparire dell’arpista sul palco in un delizioso arpeggiare. Creusa trova in  Marta Torbidoni un’interprete sicura vocalmente, ben timbrata e scenicamente  compiuta. Juan Francisco Gatell è sempre una certezza: agile nei movimenti ed ancor più con la voce,  regala sempre una emissione  di livello, elegante. Michele Angelini interpreta Egeo con una vocalità arrotondata ed interessante scenicamente.  Veramente azzeccata nella parte  Caterina di Tonno che ha focalizzato il ruolo, avvalorato da buona performance  di canto.  Affiancata o meglio in alternazione scenica con Tideo interpretato da Marcello Nardis con efficacia.  Medea, il ruolo del titolo è affidato a Carmela Remigio che sfodera salda tecnica ed abilità ad entrare nel personaggio seppur la distanza tra la narrazione greca e alcune scene ambientate in una cucina anni 50/60 di colore avorio non abbia agevolato e contribuito al feeling immediato, ma Remigio, ben avvezza a ruoli diversi, ha abilmente superato la partedi desperate woman,  ed ha raggiunto livelli di assoluta qualità con voce squillante ed eccelsa negli acuti. La direzione dell’orchestra è affidata a Jonathan Brandani che ha dato buon risalto e vitalità  alla scrittura di Mayr, insieme al Coro fuori campo che ha creato belle atmosfere. I costumi di Giada Masi pertinenti all’epoca sono simpatici; la scenografia ideata da Edoardo Sanchi è del tutto originale ed artistica  e le luci  di Alessandro Andreoli che completano in modo originale  la scena sono installate a file parallele sotto alle pedane appese al soffitto che salendo o scendendo creano i vari ambienti della casa:; cucina, letto, salotto...  e le luci variando di colore e di intensità creano ambiente e fanno risaltare le singole scene illuminate. La Musica vince sempre. Nota: un plauso a tutti i Festival che resistono e che attirano pubblico e visitatori, quindi anche a Bergamo ed alla sua Fondazione che ha raggiunto il sold out anche con molte presenze straniere!



Thursday, December 30, 2021

La Cambiale di Matrimonio de Rossini en el Teatro Coccia de Novara, Italia

Foto: Mario Finotti 

Renzo Bellardone.

En un momento de pre-vacaciones navideñas ensombrecido por el ritmo incesante de Covid19 con continuas mutaciones y variaciones, surge espontáneamente un GRACIAS en el Teatro Coccia que ofrece la ligereza de la primera ópera escrita por Rossini de dieciocho años. Ya estamos ansiosos por conocer todas las variaciones y temas que caracterizarán la producción masiva de ópera cómica, que en este período de tristeza dan una particular sensación de calidez

La Cambiale di Matrimonio de Gioachino Rossini, en el teatro Coccia di Novara se realizó en forma semi-escénica, y en colaboración con el Conservatorio Guido Cantelli, con el elenco de los estudiantes del proyecto RossiniLab fundado por Giovanni Botta dentro del Conservatorio Novara y la European Opera Academy, además del intercambio con los alumnos y profesores de la Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia.  En su comentario, el director Alfonso Cipolla definió a la primera ópera temprana de Rossini, como "quintaesencia de inventos musicales y teatrales, un cuerno de la abundancia de ironía y comedia que la convierten en un destilado precioso de lo que sería la explosión incontenible del Rossini mayor". El escritor ha subrayado en repetidas ocasiones que no es un músico, sino un simple amante de la música y en particular de la ópera, al que le encanta transmitir las emociones que se sienten durante un espectáculo y además en este caso se adhirió al principio de la emoción recibida, precisando que siempre agradecía la valentía de las propuestas sobre todo con los jóvenes, como en este caso. La obra destaca por su ligereza, y fue compuesta cuando el compositor apenas contaba con dieciocho años. Por su parte, el elenco estuvo particularmente interesante cuando piensa en la edad y las inevitablemente pocas experiencias que han tenido. El escenario estuvo invertido y en el proscenio se presentaron estructuras y pasarelas por las que se movian los cantantes, mientras en el escenario se ubicó la orquesta de 45 integrantes, dirigida por Mirca Rosciani quien destacó con su vestido blanco y el cabello rubio detrás; Más allá de esta seductora nota escenográfica, hay que señalar su hermoso gesto amplio y comunicativo, por momentos suave y en otros momentos muy decisivo logrando hacer una lectura de todo lo escrito en esta obra por Rossini. La frescura de los intérpretes se combinó con la alegría general reforzada por los "trajes de títeres", como el propio Cipolla los definió y creó Silvia Lumes con espíritu lúdico. Matteo Mollica estuvo entretenido e interpretó de manera brillante al Sir Tobia Mill, mientras que Semyon Basalaev interpretó bien a Slook. Norton y Clarina fueron bien interpretados por Franco Celio y por Simona Ruisi, respectivamente, ofrecieron una buena interpretación de apreciable canto. Davide Lando dando vida a Milfort fue en crescendo, pero destacó soretoddo Jayu Jin quien hizo una Fanny muy divertida al no escatimar en variaciones y agilidad. Un elogio para el teatro Coccia, un recinto tradicional piamontés, que sabe combinar la necesidad con la virtud, ofreciendo un agradable espectáculo, brindando grandes oportunidades.

 


Wednesday, December 29, 2021

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO - Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021

Crediti  foto Mario Finotti

Renzo Bellardone 

In un momento di prefestività natalizia adombrato dall’incessante incedere del Covid19 con continue mutazioni e varianti un GRAZIE sorge spontaneo al Teatro Coccia che propone la leggerezza della prima opera scritta da Rossini diciottenne. Già si pregustano tutte le variazioni ed i temi che caratterizzeranno la massiccia produzione di opera buffa, che in questo periodo di tristezza donano un particolare senso di calore al cuore.

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO  - Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021 Musica di Gioachino Rossini Libretto Gaetano Rossi Direttore Mirca Rosciani Regia Alfonso Cipolla Costumista Silvia Lumes Sir Tobia Mill  - Matteo Mollica Fannì Jayu Jin Edoardo Milfort- Davide Lando Slook - Semyon Basalaev Norton - Franco Celio Clarina - Simona Ruisi Allievi del progetto RossiniLab e European Opera Academy Direttore RossiniLab e preparatore vocale Giovanni Botta Maestro al Cembalo Yirui Weng Orchestra del Teatro Coccia

La cambiale di matrimonio, di Gioachino Rossini, al Coccia di Novara è stata eseguita in forma semiscenica, in collaborazione con il Conservatorio Guido Cantelli, con il cast degli allievi del progetto RossiniLab  fondato da Giovanni Botta all’interno del Conservatorio novarese e European Opera Academy,  oltre che scambio con gli allievi e i docenti dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia.  Il Regista Alfonso Cipolla nel suo commento si riferisce alla prima opera giovanile di Rossini  definendola “una quintessenza di invenzioni musicali e teatrali, una cornucopia di ironia e comicità che ne fanno un distillato preziosissimo di quella che sarà l’esplosione incontenibile del Rossini maggiore”. Lo scrivente ha più volte sottolineato di non essere musicista, ma un semplice appassionato di musica ed in particolare di opera lirica, il quale ama trasmettere le emozioni provate durante uno spettacolo ed anche in questo caso mi atterrò ai principio dell’emozione ricevuta, precisando che sempre apprezzo il coraggio delle proposte soprattutto con i giovani, come in questo caso. Il cast è interessante in particolare se si pensa all’età ed alle ineluttabilmente poche esperienze avute. La scena è ribaltata ed al proscenio campeggiano strutture e camminamenti su cui si muovono i cantanti, mentre l’orchestra di 45 elementi è sul palco, diretta da Mirca Rosciani che spicca nell’abito bianco e la chioma bionda alle spalle; al di là di questa seducente nota scenografica va rilevato un bel gesto ampio, quindi  comunicativo  che a tratti morbido a tratti ben deciso intende leggere tutto quanto Rossini ha scritto. La freschezza degli interpreti si è unita all’allegria generale rafforzata dai “costumi marionettisti”, come li ha definiti lo stesso Cipolla e realizzati da Silvia Lumes con spirito giocoso.  Matteo Mollica divertente ed in ruolo ha reso brillantemente Sir Tobia Mill, come  Semyon Basalaev ha reso bene Slook. Norton e Clarina ripesttivamente Franco Celio e Simona Ruisi han dato buona prova interpretativa e di canto. Davide Lando in Milfort è andato in crescendo, ma su tutti spicca Jayu Jin la quale ha reso una Fanny molto divertente non lesinando nelle variazioni e agilità. Un plauso al Coccia,  teatro di tradizione piemontese, che sa coniugare necessità con virtù offrendo spettacolo gradevole e ghiotte opportunità. La Musica vince sempre

Tuesday, December 21, 2021

Macbeth de Verdi en el Teatro alla Scala de Milán

Foto: Brescia & Amisano

Massimo Viazzo

Un Macbeth híper-tecnológico, espectacular y de fuerte impacto visual es con el que se inauguró la nueva temporada del Teatro alla Scala de Milán.  Davide Livermore, en su cuarta inauguración consecutiva, firmó una producción con la cual el teatro milanés demuestra estar al día en el uso de instrumentos tecnológicos a la vanguardia y al máximo nivel. Con su extraordinario staff, Livermore ambientó la opera verdiana en un futuro distópico, y aquí las citas cinematográficas se agotan (al director de Turín a menudo le encanta recurrir al cine). Mirando la escena dominada por una megalópolis que se refleja simétricamente sobre sí misma, inmediatamente vienen a la mente títulos como Blade Runner, Inception como también Metropolis. Así, Livermore ambienta a Macbeth en el futuro, pero sin alterar su dramaturgia. Por supuesto, que no hubo regieteather (aunque alguno lo acusó de ello), pero la historia fluye naturalmente y se comprende bien en el entorno híper-moderno mencionado anteriormente. Quizás el único punto real que se le puede hacer notar al director es la limitación del elemento sobrenatural tan importante en Shakespeare y en Verdi.  Pero el espectáculo convence porque sin trastornar la nueva ubicación, logra amplificar la violencia de una historia de abuso y muerte que evidentemente seguirá entrelazada con la historia de la humanidad entera. Riccardo Chailly concertó la partitura con mucha atención a los timbres y su calidad dramática, creando una interpretación que siempre estuvo muy atenta del escenario. Fraseo preciso y búsqueda del color adecuado según el momento fueron sus peculiares cifras. En el papel principal, Luca Salsi fue el vencedor de la velada mostrando una voluminosa voz de barítono, con un tono masculino, áspero pero variado, con una dicción perfecta y una atención muy cuidada a los signos en la partitura. Escuchar a Luca Salsi da una buena idea de lo que Verdi quiso decir cuando hablaba de parola scenica. Si bien mostró algunas señales de cansancio en su gran escena de sonambulismo del último acto, Anna Netrebko confirió a su Lady relevancia y notable autoridad, con un tono de voz aterciopelado, bruñido y un acento bien proyectado. Ildar Abdrazakov y Francesco Meli completaron el reparto con dos pruebas mayúsculas, El bajo ruso personifico un Banco de rara belleza tímbrica mientras que Meli refinó y embelleció con su técnica y el fraseo idiomático que le conocemos, al papel de Macduff, un personaje que muchas es visto solo como de acompañamiento. Chiara Isotton (Dama) e Iván Ayón Rivas (Malcolm) también mostraron una excelente presencia vocal y escénica. Una vez más, señalo las convincentes y nunca predecibles coreografías del tercer acto de Daniele Ezralow y la virtuosa parte de videos creada por D-Wok. Finalmente, una mención especial para el magnífico Coro Scaligero que fue dirigido por su nuevo maestro titular, Alberto Malazzi. Un triunfo repleto de ovaciones para todos al final de la función.



Monday, December 20, 2021

Macbeth di Verdi - Teatro alla Scala, Milano

Foto: Brescia & Amisano

Massimo Viazzo 

Un Macbeth ipertecnologico, spettacolare, di forte impatto visivo quello che ha inaugurato la nuova stagione del Teatro alla Scala di Milano. Davide Livermore, alla quarta inaugurazione consecutiva, ha firmato un allestimento in cui il teatro milanese ha mostrato di saper stare al passo con i tempi nell’utilizzo di strumenti tecnologici all’avanguardia e ai massimi livelli. Livermore con il suo straordinario staff ha ambientato l’opera verdiano in un futuro distopico. E qua le citazioni cinematografiche si sprecano (il regista torinese ama spesso attingere dal cinema). Guardando la scena dominata da una megalopoli che si specchia simmetrica su se stessa vengono subito in mente titoli quali Blade Runner, Inception ma anche Metropolis. Livermore quindi riambienta Macbeth nel futuro, ma comunque non ne altera la drammaturgia. Non c’è naturalmente regieteather (e qualcuno lo ha accusato di questo), ma la vicenda scorre naturale e ben comprensibile nell'ambientazione ipermoderna a cui si accennava prima. Forse l’unico vero appunto che si può fare al regista è la limitazione dell’elemento soprannaturale così importante in Shakespeare e in Verdi. Ma lo spettacolo convince perché senza stravolgimenti la nuova location sa amplificare la violenza di una storia di soprusi e morte che evidentemente continuerà ad essere annodata a doppio filo con la storia dell’umanità intera. Riccardo Chailly concerta la partitura con grandissima attenzione ai timbri e alla sua tenuta drammatica confezionando una interpretazione sempre attentissima al palcoscenico. Fraseggio curatissimo e ricerca del colore giusto a secondo del momento ne sono le cifre peculiari. Riccardo Chailly  nel ruolo principale, è stato il trionfatore della serata mostrando una voce baritonale voluminosa, di timbrica maschia, ruvida ma variegata, con una perfetta dizione e una cura attentissima dei segni in partitura. Ascoltare Luca Salsi rende bene l'idea di cosa intendesse Verdi quando parlava di parola scenica. Anna Netrebko pur mostrando qualche segno di stanchezza nella sua grande scena del sonnambulismo dell'ultimo atto, ha donato autorevolezza e notevole piglio alla Lady, con voce di timbro vellutato, brunito e accento ben proiettato. Ildar Abdrazakov e Francesco Meli completavano il cast con due prove maiuscole, Il basso russo ha impersonato un Banco di rara bellezza timbrica mentre Meli ha rifinito e impreziosito con la sua tecnica e il fraseggio idiomatico che gòli conosciamo il ruolo di Macduff,  personaggio spesso vissuto solo come di contorno. Di ottima presenza vocale e scenica anche Chiara Isotton (Dama) e Ivan Ayon Rivas (Malcolm). Segnalo ancora le avvincenti e mai scontate coreografie del terzo atto curate da Daniele Ezralow e la virtuosistica parte video realizzata da D-Wok. Una menzione speciale, infine, al magnifico Coro scaligero che era  diretto dal suo nuovo maestro responsabile, Alberto Malazzi. Trionfo con ovazioni per tutti a fine recita.



Wednesday, December 8, 2021

Concerti trasmessi in livestreaming della Houston Symphony

 

Foto: Houston Symphony

Ramón Jacques 

La Houston Symphony Orchestra torna nella sua consueta sede, la sala concerti Jones Hall, e nella stagione 2021-2022 includerà vari programmi sinfonici e vocali che saranno trasmessi in diretta streaming in varie date. Entrando nel sito dell'orchestra http://www.houstonsymphony.org è possibile ottenere informazioni su come accedere per vedere i concerti, il programma e le date designate, con  un costo per concerto di 20 dollari. Per chi potrà assistere dal vivo ai concerti, questi si terranno nella Jones Hall, e i biglietti potranno essere acquistati al botteghino in sala, accedendo al sito dell'orchestra o chiamando il 713-224-7575. A dicembre l'orchestra proporrà il Messiah di Händel sotto la guida del direttore d'orchestra canadese Bernard Labadie e con un cast composto dal controtenore americano Lawrence Zazzo, dal tenore Andrew Haji, dal basso baritono Daniel Okulitch e dal soprano canadese Magali Simard-Galdes. I concerti saranno venerdì 10 dicembre alle 20:00, sabato 11 dicembre alla stessa ora (*quello dell'11 andrà in onda in livestreamg) e domenica 12 alle 14:30. Per il resto del mese di gennaio, i concerti di Very Merry Pops sono in programma il 18 dicembre alle 14:30 (* concerto trasmesso in livestream), nonché domenica 19 alle 14:30 e alle 19:30 con la direzione di Michael Krajewski e i cantanti Rodney Ingram e Peter Theurer (voce bianca). Il 2022 inizierà con Pink Martini il 7, 8 e 9 gennaio 2022, di cui il concerto di sabato 8 alle 20:00 sarà  trasmesso in livestream. In quella che sarà l'ultima stagione del maestro Andrés Orozco Estrada alla guida dell'orchestra, sono previsti altri concerti con solisti vocali, come la 2a Sinfonia di Mahler (29 e 30 aprile e 1 maggio, con trasmissione in diretta il 30 aprile alle 8 :00 pm) con il il soprano Ana María Martínez e il mezzosoprano Kelley O'Connor; così come la Nona Sinfonia di Beethoven, il 20, 21 (giorno di trasmissione alle 20:00) e il 22 maggio 2022. La direzione di questo brano sarà affidata al Maestro Juraj Valčuha che si occuperà della titolarità dell'orchestra a partire dalla prossima stagione.

 

 

Tuesday, December 7, 2021

Conciertos transmitidos por livestreaming de la Sinfónica de Houston (Houston Symphony)’

Foto: Andres Orozco Estrada / Houston Symphony

La Orquesta Sinfónica de Houston (Houston Symphony) vuelve a su sede habitual, la sala de conciertos Jones Halll, y dentro de su temporada 2021-2022 incluirá diversos programas sinfónicos y vocales que serán retransmitidos en vivo a traves de livestream en diversas fechasIngresando al sitio de internet de la orquesta houstonsymphony.org se puede obtener información de como ingresar a ver los conciertos, el programa y fecha, designados, y tendrán un costo por concierto es de $20 dólares.  Para quienes puedan asistir en vivo a los conciertos, estos se realizarán en la sala Jones Hall, y los boletos se puede comprar en las taquillas de la sala, ingresando al sitio de internet de la orquesta o llamando al teléfono 713-224-7575.  Este mes de diciembre la orquesta ofrecerá el Mesías de Handel bajo la conducción del director canadiense Bernard Labadie y con un elenco conformado por el contratenor estadounidense Lawrence Zazzo, el tenor Andrew Haji, el bajo barítono Daniel Okulitch y la soprano canadiense Magali Simard-Galdes.  Los conciertos serán el viernes 10 de diciembre a las 8;00pm, el sábado 11 de diciembre a la misma hora (* la del día 11 será la función que se retransmitirá por livestream0 y el domingo 12 a las 2:30 pm.  En lo que resta del mes de enero se tienen previsto conciertos de Very Merry Pops los días 18 diciembre a las 2:30 (*concierto retransmitido por livestream), así como el domingo 19 a las 2:30pm y a las 7:30pm. Estos conciertos contaran con la conducción de Michael Krajewski y los vocalistas Rodney Ingram y Peter Theurer (niño soprano). El 2022 iniciará con Pink Martini los días 7,8 y 9 de enero del 2022, de las cuales la función del sábado 8 a las 8:00 pm será la función transmitida por livestream.  En lo que será la ultima temporada del maestro Andrés Orozco-Estrada como titular de la orquesta se tienen previstos otros conciertos con solistas vocales como la Sinfonía 2ª de Mahler (el 29 y 30 de abril asi como el 1 de mayo, con transmisión en vivo el 30 de abril a las 8:00 pm) con la soprano Ana María Martínez y la mezzosoprano Kelley O’Connor; así como la 9ª Sinfonía de Beethoven, los días 20, 21 (dia de la transmisión a las 8:00pm) y el 22 de mayo del 2022.  La conducción de esta pieza estará a cargo del Maestro Juraj Valčuha, quien se hará cargo de la titularidad de la orquesta a partir de la próxima temporada. 

Saturday, December 4, 2021

Concierto de la orquesta y coro del Teatro Regio de Turín.

Foto: Auditórium Lingotto

Renzo Bellardone

Ante el cierre del Teatro Regio de Turín a mediados del 2021 por remodelaciones, y que reabrirá sus puertas en el 2022 con una temporada operística, de ballet y conciertos que durará doce meses, la dirección del teatro ha decidido mantener activos a sus cuerpos estables en diferentes sedes de la ciudad, en un programa de conciertos titulado Regio Metropolitano.  Este concierto se realizó en la sala de concierto G. Agnelli-Lingotto de la ciudad. El programa sinfónico vocal incluyó Nänie (la 'canción fúnebre’ para coro y orquesta, op. 82 de Johannes Brahms, el poema sinfónico Ricardo III poema sinfónico de Smetana, así como Gesang der Parzen (el canto de las parcas) de Brahms, y la Sinfonía n.º 8 en sol mayor, op. 88 de Dvořák.   ¡Dulzura inmediata! así es la atmósfera que rodea los primeros compases de Nenia de Brahms, con la vital y dinámica conducción de Gianadrea Noseda, antiguo director musical y artístico del teatro, quien, envuelto por la emoción, no perdió la atención ni el temperamento que lo ha llevado a los podios más importantes, ofreciendo la majestuosidad de la composición, alcanzando alturas de absoluta excelencia y belleza, considerando que se trata de una orquesta operística. El prensado rítmico del tambor resaltó cada pasaje del coro dirigido por Andrea Secchi. El canto coral se tornó celestial, no por la alta asignación, sino por la gran experiencia y fuerza que puede expresar el abrazo musical que la Nenia quiere lograr: el canto fúnebre que llora la belleza que debe morir con los sublimes versos de F. Schiller.  Con Richard III de Smetana obviamente la atmósfera cambió  y luego de un ataque casi minimalista, aunque profundo, la música evolucionó hacia un crescendo mesurado que creó  expectación, expectación y suspenso, hasta que emerge el corpus de escritura cerebral mezclada con espiritualidad; con la orquesta del Regio y Noseda esta tomó  forma descriptiva y aquí se encontraban las explosiones y la sangre que fluyen entre visiones fantásticas que habitan en las pesadillas, mezcladas con celebraciones emocionantes. En el majestuoso Canto de las parcas realmente destaca el canto con las yuxtaposiciones de timbre y tonalidad con lo profundo y oscuro de las voces masculinas, enriquecidas por la plateada femenina. La segunda parte del concierto incluye la Sinfonía n. 7 de A. Dvořák donde los bailes son los maestros y lo sinfónico se fusiona con la tradición popular, dando vida a un cuadro de fuerza y ​​vigor insólito, que exhibe una gran riqueza sinfónica impregnada de sentimiento. La tormenta de emociones de esta sinfonía se adapta bien a la dirección de Noseda, capaz de obtener todos los colores, los vapores y las sugerencias de una música hipnotizante.

El Théâtre du Capitole obtuvo el título "Ópera Nacional de la región"


Foto: Christophe Carasco

El Théâtre du Capitole obtuvo el título "Ópera Nacional de la región", distinción que identifica una acción de referencia cultural, en particular en términos de la máxima creación y producción, implementación y distribución. Este título, que no fue otorgado hace 20 años, destaca el lugar peculiar que el teatro del Capitolio ocupa entre los escenarios liricos francesas y europeos. Distingue a los teatros cuyo proyecto es de interés general en términos de creación, producción y transmisión que trabaja dentro de la red lírica, musical y coreográfica.Realizando un ambicioso proyecto artístico y cultural abierto a todos, el Théâtre du Capitole reúne a un coro de 45 coristas, una maestría y un ballet de 35 bailarines y da la bienvenida en su foso a la Orchestre National du Capitole para sus producciones líricas y coreográficas. También es uno de los últimos teatros de ópera en Francia en contar con talleres de decorados, disfraces y pelucas y lidera un ciclo de acciones educativas y culturales en la dirigidos a todos los públicos. Este título llega en una temporada bien iniciada: que se inauguró con la entrada en el repertorio de La Gioconda de Amilcare Ponchielli, y donde el  Capitol Ballet tuvo un inmenso éxito con la creación de Toulouse Lautrec. Más recientemente, la nueva producción de Wozzeck de Alban Berg dirigida por Michel Fau, aclamada por el público y la crítica, reunió a destacados artistas líricos franceses e internacionales. El escenario del Théâtre du Capitole presentará próximamente una nueva producción de La flauta mágica en la que el público podrá descubrir o redescubrir a muchos jóvenes cantantes. Dos nuevas producciones producidas en coproducción con la red nacional y producido en los talleres del Théâtre du Capitole. Esta distinción es renovable y  se otorga al Théâtre du Capitole como “Ópera nacional de la región” durante cinco años.Con el apoyo económico de Toulouse Métropole, se coloca la casa lírica y coreográfica de Toulouse bajo la dirección de Christophe Ghristi y Claire Roserot de Melin.

The Théâtre du Capitole becomes“National Opera in the region”

 

The Théâtre du Capitole obtains the “National Opera in the region” label, distinction that identifies an action cultural reference, in particular in terms of creation and production and implementation distribution to the largest. This label, which was not awarded for 20 years, emphasizes the place peculiar to which the Theater occupies of the Capitol among the scenes French and European lyrics. It distinguishes theaters whose project is of general interest in terms of creation, production and broadcast works within the network lyrical, musical and choreographic. Carrying out an ambitious artistic and cultural project open to all, the Théâtre du Capitole brings together a choir of 45 choristers, a master's degree and a ballet of 35 dancers and welcomes in its pit the Orchester national du Capitole for his lyrical and choreographic productions. It is also one of the last opera houses in France to endow sets, costumes and wigs workshops and leads a cycle of educational and cultural actions in the direction of all audiences. This label comes during an already well-started season: it opened with the entry into the repertoire of Amilcare Ponchielli's Gioconda, then the Capitol Ballet met with immense success with the creation of Toulouse Lautrec. More recently, the new production of Alban Berg's Wozzeck directed by Michel Fau, acclaimed by the public and the critics, brought together leading French and international lyrical artists. On the stage of  the Théâtre du Capitole will soon present a new production of The Magic Flute in which the public will be able to discover or rediscover many young singers. Two new productions produced in co-produced with the national network, and produced in the workshops of the Théâtre du Capitole. This renewable label is awarded to the Théâtre du Capitole as “National opera in the region” for five years. Supported financially by Toulouse Métropole, the Toulouse lyrical and choreographic house is placed under the direction of Christophe Ghristi and Claire Roserot de Melin.

Thursday, December 2, 2021

Le Théâtre du Capitole, Opéra national !

Le Théâtre du Capitole obtient le label « Opéra national en région », distinction qui identifie une action culturelle de référence, notamment en matière de création et production et la mise en œuvre d'une diffusion au public le plus large. Ce label, qui n'a pas été décerné depuis 20 ans, souligne la place particulière qu'occupe le Théâtre du Capitole parmi les scènes lyriques françaises et européennes. Il distingue les théâtres dont le projet présente un intérêt général en matière de création, de production et de diffusion d'œuvres au sein du réseau lyrique, musical et chorégraphique. Portant un projet artistique et culturel ambitieux et ouvert à tous, le Théâtre du Capitole réunit un chœur de 45 choristes, une maîtrise et un ballet de 35 danseurs et accueille dans sa fosse l’Orchestre national du Capitole pour ses productions lyriques et chorégraphiques. Il est aussi l’une des dernières maisons d'opéra en France dotée d’ateliers de décors, costumes et perruques et mène un cycle d’actions éducatives et culturelles en direction de tous les publics. Ce label intervient au cours d’une saison déjà bien lancée : elle s’est ouverte avec l’entrée au répertoire de La Gioconda d’Amilcare Ponchielli, puis le Ballet du Capitole a rencontré un immense succès avec la création de Toulouse-Lautrec. Plus récemment, la nouvelle production du Wozzeck d’Alban Berg mise en scène par Michel Fau, encensée par le public et la critique, a réuni des artistes lyriques français et internationaux de premier plan. La scène du Théâtre du Capitole présentera bientôt une nouvelle production de La Flûte enchantée dans laquelle le public pourra découvrir ou redécouvrir de nombreux jeunes chanteurs. Deux nouvelles productions réalisées en coproduction avec le réseau national, et fabriquées dans les ateliers du Théâtre du Capitole. Ce label, renouvelable, est décerné au titre d' « Opéra national en région » au Théâtre du Capitole pour cinq ans. Porté financièrement par Toulouse Métropole, la maison de l'art lyrique et chorégraphique toulousaine est placée sous la direction de Christophe Ghristi et Claire Roserot de Melin.